Lucrezia Parpaglioni

Metabot, il metamateriale che sfida i confini tra robotica e materiali

(24 Aprile 2025)

Roma – Sviluppato un nuovo metamateriale denominato “metabot”, che è in grado di espandersi, assumere nuove forme, muoversi e seguire comandi elettromagnetici, comportandosi come un robot telecomandato pur essendo privo di motori o ingranaggi interni. Descritto sulla rivista Nature, il materiale è stato sviluppato dai ricercatori dell’Università di Princeton, guidati da Glaucio Paulino e dal Minjie Chen. Il gruppo di ricerca si è ispirato all’arte degli origami per progettare una struttura modulare composta da celle unitarie chirali, ovvero immagini speculari l’una dell’altra.

Questa chiralità conferisce al metabot la capacità di compiere movimenti complessi e contorsioni in risposta a stimoli esterni. Il metabot è controllato tramite campi magnetici, che inducono la torsione, il collasso o l’apertura dei tubi di Kresling, che costituiscono la sua struttura. Questo permette di controllare il movimento di ciascuna sezione in modo indipendente e di ottenere comportamenti complessi. Le potenziali applicazioni del metabot sono molteplici: robotica, per la somministrazione di farmaci mirata, riparazione di ossa e tessuti danneggiati; termoregolazione, per la creazione di superfici che regolano la temperatura in risposta alla luce solare; ottica, per la realizzazione di antenne, lenti e dispositivi per la gestione delle lunghezze d’onda della luce; simulazione, per riprodurre sistemi complessi come quelli presenti in ingegneria, fisica ed economia. Il metabot rappresenta un passo avanti nella progettazione dei materiali, aprendo nuove possibilità per la creazione di dispositivi multifunzionali e adattabili. La sua capacità di sfidare le regole di azione e reazione degli oggetti fisici e di simulare comportamenti complessi lo rende uno strumento promettente per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.