Roma – Gli Yamna, noti anche come Yamnaya, il popolo alla base di molte influenze culturali europee, potrebbero aver avuto origine in Ucraina, a Mykhailivka, approssimativamente tra il 3635 e il 3383 a.C. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da una coppia di studi, pubblicati sulla rivista Nature e condotti dagli scienziati dell’Università di Harvard, dell’Hartwick College e della Grand Valley State University. I ricercatori hanno analizzato i genomi antichi di 435 individui della steppa pontico-caspica e delle aree circostanti, introducendo nel dataset numerose popolazioni che in precedenza non erano state campionate. Gli Yamna, spiegano gli esperti, erano un popolo di pastori nomadi che viveva nelle steppe del Pontico-Caspio intorno al 3500-2500 a.C.
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Fig. 1: Foto di Remontnoye (3766-3637 cal. a.C.), con anello templare a spirale.
Credito
Natalia Shishlina (co-autrice di “L’origine genetica degli Indoeuropei”)
Noti per aver introdotto l’uso del carro trainato dai buoi e per le sepolture a tumulo, questi individui svolsero un ruolo centrale a livello di genoma nelle popolazioni europee, contribuendo a circa il 40-60 per cento del materiale genetico degli abitanti dell’Europa centrale e settentrionale. È stato ipotizzato infatti che gli Yamna rappresentino i principali diffusori delle lingue indoeuropee, da cui derivano, tra le altre, l’italiano, il latino, il greco, il sanscrito, il celtico, il germanico.
Le lingue indoeuropee (IE), che contano oltre 400 e includono gruppi principali come germanico, romanzo, slavo, indo-iranico e celtico, sono parlate da quasi metà della popolazione mondiale oggi. Originarie della lingua proto-indoeuropea (PIE), storici e linguisti sin dal XIX secolo hanno indagato le sue origini e la sua diffusione, poiché esiste ancora una lacuna di conoscenza.
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Fig. 2: Foto di una tomba Yamnaya a Tsatsa, steppe del Caspio settentrionale (I6919), 2847-2499 cal.BCE.
Credito
Natalia Schislina
Il primo gruppo di ricerca, guidato da Iosif Lazaridis e David Anthony, ha combinato le informazioni raccolte dalle analisi genetiche con dati geografici, archeologici e temporali, per modellare la storia della popolazione degli Yamna. I ricercatori propongono tre sottogruppi distinti, definiti da cambiamenti misurabili: il cline Caucaso-basso Volga, il cline Volga e quello Dnipro. Stando a quanto emerge dall’indagine, questi insiemi si sarebbero mescolati con le culture europee. La clina Caucaso-basso Volga, in particolare, avrebbe contribuito per circa l’80 per cento all’ascendenza Yamna e al 10 per cento a quella del popolo dell’Anatolia. Gli autori sostengono che questo cline fosse associato a un ceppo linguistico ancestrale comune tra i due popoli, in uso tra il 4400 e il 4000 a.C. Il secondo team, guidato da Alexey Nikitin e David Reich, riporta i dati del sequenziamento del DNA di 81 individui.
Queste informazioni suggeriscono che gli antenati degli Yamna si siano diffusi in due ondate seguite da una mescolanza genetica con le popolazioni locali. Gli autori propongono che la probabile origine della popolazione degli Yamna sia Mykhailivka, Ucraina, approssimativamente nel 3635-3383 a.C., in cui è stato identificato il primo individuo con una base geneticamente riconducibile a questa cultura. Nel complesso, concludono gli scienziati, questi risultati gettano nuova luce sul modo in cui la popolazione Yamna è emersa e ha propagato nuove culture e lingue in tutta l’Europa orientale.
L’unico ramo della lingua indoeuropea (IE) che non aveva mostrato alcuna discendenza dalla steppa in precedenza era l’anatolico, incluso l’ittita, probabilmente il ramo più antico a separarsi, preservando in modo unico arcaismi linguistici che erano andati perduti in tutti gli altri rami dell’IE. Studi precedenti non avevano trovato discendenza dalla steppa tra gli ittiti perché, sostiene il nuovo articolo, le lingue anatoliche discendevano da una lingua parlata da un gruppo che non era stato descritto adeguatamente prima, una popolazione eneolitica datata 4.500-3.500 a.C. nelle steppe tra i monti del Caucaso settentrionale e il basso Volga. Quando la genetica di questa popolazione Caucaso-Basso Volga (CLV) recentemente riconosciuta viene utilizzata come fonte, almeno cinque individui in Anatolia datati prima o durante l’era ittita mostrano discendenza CLV.
“Il gruppo CLV può quindi essere collegato a tutte le popolazioni parlanti IE ed è il miglior candidato per la popolazione che parlava indo-anatolico, l’antenato sia dell’ittita che di tutte le lingue IE successive”, spiega Ron Pinhasi. I risultati suggeriscono inoltre che l’integrazione della lingua proto-indo-anatolica, condivisa sia dai popoli anatolici che indoeuropei, ha raggiunto il suo apice tra le comunità CLV tra il 4.400 a.C. e il 4.000 a.C.
“La scoperta della popolazione CLV come anello mancante nella storia indoeuropea segna una svolta nella ricerca durata 200 anni per ricostruire le origini degli indoeuropei e le rotte attraverso cui questo popolo si è diffuso in Europa e in alcune parti dell’Asia”, conclude Ron Pinhasi. (30Science.com)