Roma – Gli esseri umani hanno iniziato a realizzare utensili con ossa di balena circa 20mila anni fa. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Université Toulouse Jean Jaurès. Il team, guidato da Jean-Marc Pétillon, ha analizzato 83 strumenti ossei rinvenuti in alcuni siti attorno al Golfo di Biscaglia, insieme ad altre 90 ossa provenienti dalla Grotta di Santa Catalina, in Spagna. Il gruppo di ricerca ha utilizzato la spettrometria di massa e la datazione al radiocarbonio per identificare la tassonomia e l’età dei campioni.
- Frammento di una vertebra di balenottera comune dal sito basco di Santa Catalina, Spagna, risalente a circa 15.500-15.000 anni fa. Crediti: Jean-Marc Pétillon, Eduardo Berganza
- Scavi del 2022 nella grotta basca di Isturitz, in Francia, dove sono state scoperte diverse decine di oggetti costituiti da ossa di balena. Credito: Jean-Marc Pétillon, Christian Normand
- Prelievo di un campione da un frammento di punta di osso di balena rinvenuto nel riparo roccioso di Duruthy, Landes, Francia, per analisi ZooMS e radiocarbonio. Marzo 2021, Museo dell’Abbazia di Arthous. Credito: Valériane Alexandre
- Grande punta di proiettile in osso di balena grigia, proveniente dal riparo roccioso di Duruthy, Landes, Francia, datata tra 18.000 e 17.500 anni fa. Credito: Alexandre Lefebvre
I dati indicano che i reperti provengono da almeno cinque specie di grandi balene, le più antiche delle quali risalgono a circa 19-20 mila anni fa. Secondo gli autori, queste evidenze rappresentano alcune tra le prime prove note dell’utilizzo di resti di balena come utensili da parte dell’essere umano. Le specie identificate includono capodogli, balenottere comuni, balenottere azzurre e balene franche o balene della Groenlandia. Ulteriori dati chimici suggeriscono che le abitudini alimentari delle balene erano leggermente diverse da quelle delle specie viventi oggi, il che indica cambiamenti comportamentali o ambientali. Questi risultati, commentano gli autori, forniscono nuove prove del primissimo utilizzo dei resti di balena da parte dell’uomo, in particolare nelle regioni costiere, gettando luce sui cambiamenti intervenuti nell’ecologia dei cetacei negli ultimi 20 mila anni. Il lavoro, concludono gli scienziati, contribuisce inoltre ad ampliare la comprensione dell’uso umano dei resti di balena in età antica.(30Science.com)