Valentina Di Paola

I primi utensili di ossa di balena hanno 20 mila anni

(27 Maggio 2025)

Roma – Gli esseri umani hanno iniziato a realizzare utensili con ossa di balena circa 20mila anni fa. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Université Toulouse Jean Jaurès. Il team, guidato da Jean-Marc Pétillon, ha analizzato 83 strumenti ossei rinvenuti in alcuni siti attorno al Golfo di Biscaglia, insieme ad altre 90 ossa provenienti dalla Grotta di Santa Catalina, in Spagna. Il gruppo di ricerca ha utilizzato la spettrometria di massa e la datazione al radiocarbonio per identificare la tassonomia e l’età dei campioni.

I dati indicano che i reperti provengono da almeno cinque specie di grandi balene, le più antiche delle quali risalgono a circa 19-20 mila anni fa. Secondo gli autori, queste evidenze rappresentano alcune tra le prime prove note dell’utilizzo di resti di balena come utensili da parte dell’essere umano. Le specie identificate includono capodogli, balenottere comuni, balenottere azzurre e balene franche o balene della Groenlandia. Ulteriori dati chimici suggeriscono che le abitudini alimentari delle balene erano leggermente diverse da quelle delle specie viventi oggi, il che indica cambiamenti comportamentali o ambientali. Questi risultati, commentano gli autori, forniscono nuove prove del primissimo utilizzo dei resti di balena da parte dell’uomo, in particolare nelle regioni costiere, gettando luce sui cambiamenti intervenuti nell’ecologia dei cetacei negli ultimi 20 mila anni. Il lavoro, concludono gli scienziati, contribuisce inoltre ad ampliare la comprensione dell’uso umano dei resti di balena in età antica.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).