Roma – Ideare delle grafiche virtuali afferrabili e manipolabili a mezz’aria. A questo curioso obiettivo è stato orientato uno studio, presentato durante la Conference on Human Factors in Computing Systems, condotto dagli scienziati dell’Università Pubblica di Navarra (UPNA) e dell’Institute of Smart Cities. Il team, guidato da Elodie Bouzbib, Iosune Sarasate, Unai Fernández, Manuel López-Amo, Iván Fernández, Iñigo Ezcurdia e Asier Marzo, ha sviluppato un nuovo approccio per rendere gli ologrammi manipolabili. “Quelli che vediamo nei film – afferma Bouzbib – e che chiamiamo ologrammi, in genere sono display volumetrici: grafici true-3D, che appaiono a mezz’aria e possono essere visualizzati da varie angolazioni senza la necessità di indossare occhiali per realtà virtuale”. Questi dispositivi sono particolarmente interessanti perché consentono agli utenti di avvicinarsi e semplicemente utilizzarli.

Due persone osservano un cranio 3D. Una di loro sta toccando il foro dell’occhio.
Credito
Iñigo Ezcurdia 2025
Esistono già prototipi commerciali di display volumetrici, come quelli di Voxon Photonics o Brightvox Inc., ma nessuno consente un’interazione diretta con gli ologrammi. “Siamo abituati all’interazione diretta con i nostri telefoni – aggiunge Marzo – dove tocchiamo un pulsante o trasciniamo un documento direttamente con il dito sullo schermo. Il nostro progetto ci consente di utilizzare questa interazione naturale con la grafica 3D per sfruttare le nostre innate capacità di visione e manipolazione”. La ricerca rientra nel progetto InteVol, che finanzia le ricerche più prestigiose all’interno dell’Unione Europea. I display volumetrici, spiegano gli esperti, sono caratterizzati da un foglio oscillante veloce, chiamato diffusore. Le immagini vengono proiettate in modo asincrono ad alta velocità (2.880 immagini al secondo). Grazie alla persistenza della visione, le immagini proiettate sul diffusore a diverse altezze vengono percepite come un volume completo. “La difficoltà – commentano gli scienziati – è che il diffusore è solitamente rigido e se entra in contatto con la nostra mano durante l’oscillazione, potrebbe rompersi o causare lesioni. Per superare questo limite, abbiamo sostituito il diffusore rigido con uno elastico, che permette di afferrare e manipolare oggetti virtuali in modo naturale”. “Una grafica tridimensionale che può essere maneggiata direttamente – conclude il team – potrebbe avere diverse applicazioni, ad esempio nell’istruzione o nell’intrattenimento. Inoltre, più utenti possono interagire in modo collaborativo senza la necessità di visori per realtà virtuale. Questi display potrebbero essere particolarmente utili nei musei, ad esempio, dove i visitatori possono semplicemente avvicinarsi e interagire con il contenuto”. (30Science.com)