Valentina Di Paola

Abbiamo raggiunto Malta prima di quanto si pensasse

(9 Aprile 2025)

Roma – Gli esseri umani moderni sono approdati sull’isola di Malta circa 8.500 anni fa, molto prima di quanto si pensasse in precedenza. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute of Geoanthropology. Il team, guidato da Eleanor Scerri, ha analizzato il sito di Latnija situato nella regione di Mellieħa, nel nord di Malta. Stando a quanto emerge dall’indagine, una popolazione di cacciatori-raccoglitori mesolitici a Malta potrebbe aver viaggiato attraverso il Mar Mediterraneo per raggiungere l’isola, in quella che potrebbe essere la più lunga traversata marittima di cacciatori-raccoglitori finora conosciuta nel Mediterraneo.

I risultati precedono precedenti prove archeologiche e indicano che questi individui potrebbero essere stati più avanzati tecnologicamente di quanto si pensasse in precedenza. Malta è una delle isole più remote del Mediterraneo, situata a circa 100 km dalla costa della Sicilia, alla quale era stata precedentemente collegata da un presunto ponte di terra sommerso circa 13 mila anni fa. Si era ipotizzato che Malta fosse troppo piccola e remota per sostenere popolazioni umane prima dell’adozione dell’agricoltura e dello sviluppo di tecnologie di navigazione più avanzate. Resti precedentemente identificati sull’isola hanno indicato che gli agricoltori neolitici furono i primi a raggiungere l’isola circa 7.400 anni fa. Gli scavi compiuti tra il 2021 e il 2023 hanno portato alla luce utensili in pietra, focolari, punte di cenere e flora e fauna selvatiche tra cui mammiferi marini, gasteropodi e pesci nei sedimenti datati tra 8.500 e 7.500 anni fa. In questo arco di tempo, sottolineano gli esperti, la configurazione e i livelli del mare di Malta sarebbero stati simili a quelli odierni e per raggiungere l’isola sarebbe stato necessario un viaggio via mare di quasi 100 km dalla Sicilia. Queste scoperte, concludono gli autori, suggeriscono che i cacciatori-raccoglitori potrebbero aver sviluppato capacità tecnologiche superiori rispetto a quanto ipotizzato finora. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).