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Studio, con strade scolastiche meno 20% di smog a Roma e Milano

(9 Maggio 2025)

Roma – Oggi in tutta Italia, e in questi giorni in molte città europee, si svolge Streets for kids, l’iniziativa organizzata da Clean Cities, che promuove l’istituzione delle strade scolastiche, ovvero aree intorno alle scuole dove, durante gli orari di ingresso e uscita, si riduce il traffico motorizzato per favorire la mobilità pedonale e ciclistica. Proprio per dimostrare come la qualità dell’aria abbia un impatto sulla salute dei bambini e come gli interventi di riduzione del traffico intorno alle scuole possono portare a benefici significativi in termini di miglioramento della qualità dell’aria, i ricercatori della Statale di Milano e del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio hanno pubblicato uno studio su Environmental Research. La ricerca è stata realizzata a partire dai dati sulla concentrazione di NO2 (biossido di azoto) raccolti durante la campagna “NO2, No Grazie!” svolta da Cittadini per l’aria nel febbraio 2023, che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini a Milano e Roma, partendo dalle concentrazioni degli inquinanti rilevati di fronte a circa 2.000 scuole e sviluppando diversi scenari di intervento.

Concentrazioni mensili di NO2 previste per le reti di Milano e Roma nello scenario business-as-usual. I punti neri rappresentano l’ubicazione delle scuole.

Il team di lavoro scientifico, formato da Luca Boniardi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano, Carla Ancona e Federica Nobile del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio, ha rilevato che, a Milano, la concentrazione media di NO2 durante la campagna era di 45,6 μg/m³ e intorno alle scuole di 44,4 μg/m³: applicando gli interventi di riduzione del traffico indicati nello studio ci sarebbero dei decrementi medi mensili tra 0,8 e 2,7 μg/m³, con punte fino a 11 μg/m³. Anche a Roma la concentrazione media di NO2 era molto alta, di 38,6 μg/m³, con una media simile (38,7 μg/m³) intorno alle scuole. Applicando gli interventi previsti si vedrebbero riduzioni medie comprese tra 0,7 e 1,9 μg/m³, con punte fino a 16 μg/m³. Occorre ricordare inoltre che la Nuova Direttiva sulla qualità Aria Ambiente (AAQD) stabilisce obiettivi ambiziosi da rispettare entro il 2030 e che si avvicinano a quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e per l’NO2 impone che non si possa superare la media annuale di 20μg/m³. Non solo, l’OMS suggerisce anche un limite medio giornaliero a tutela della salute pari a 25 μg/m3 e, considerati i dati riportati nello studio, si evince come questi risultati fotografano una situazione di criticità ambientale. “La qualità dell’aria ha un impatto importante sulla salute di bambini/e, in particolare sul sistema respiratorio e sullo sviluppo cerebrale e cognitivo”, dichiara Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, “come confermato da molti studi scientifici. Nelle città l’inquinamento atmosferico è determinato in grande parte dal traffico veicolare, soprattutto per ciò che riguarda le emissioni di biossido di azoto (NO2). Per abbassare il livello degli inquinanti e tutelare la salute dei più piccoli un’ottima soluzione è istituire strade scolastiche nelle zone adiacenti alle scuole dove i bambini/e trascorrono molto tempo quotidianamente, limitando il traffico automobilistico, soprattutto negli orari di entrata e di uscita, creando aree pedonali, che favoriscono gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici”. “A partire da misure osservate abbiamo sviluppato modelli di intelligenza artificiale: il traffico emerge come la principale variabile responsabile delle concentrazioni di NO₂”. È quanto osserva Federica Nobile, statistico del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. Un risultato confermato anche quando si simulano scenari diversi: “Il messaggio resta chiaro: interventi locali di riduzione del traffico migliorano la qualità dell’aria, con potenziali benefici soprattutto per i più vulnerabili, bambini in primis”, conclude Luca Boniardi, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano e coautore dello studio.(30Science.com)

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