Roma – Antichi poemi cinesi che fanno riferimento alla focena senza pinna dello Yangtze, Neophocaena asiaeorientalis, provenienti da collezioni storiche sparse per tutta la Cina hanno permesso di ricostruire come l’areale di questa focena in grave pericolo di estinzione sia cambiato nel tempo. A farlo uno studio guidato da Zhigang Mei, dell’Accademia Cinese delle Scienze, pubblicato su Current Biology. La focena senza pinna dello Yangtze, l’unico cetaceo d’acqua dolce rimasto in Cina, è famosa per il suo aspetto “sorridente” e il profondo legame culturale con le popolazioni del fiume Yangtze.
- Foto di una focena senza pinna dello Yangtze a caccia nel lago Poyang. Credito Yu Huigong
- Un’illustrazione xilografica della dinastia Ming tratta dal ” Sancai Tuhui” (in italiano, Compendio dei Tre Poteri ), compilato da Wang Qi (1573–1620), un’opera poetica in 49 volumi su uccelli e animali. Questa poesia documenta meticolosamente la focena senza pinna dello Yangtze attraverso dettagli morfologici, posture di emersione e comportamenti di cura materna. Credito “Sancai Tuhui”, compilato da Wang Qi (1573-1620)
- Primo piano di una focena senza pinna dello Yangtze “sorridente” al delfinario Baiji dell’Istituto di idrobiologia dell’Accademia cinese delle scienze. Credito Wang Chaoqun
Lo Yangtze è il fiume più lungo dell’Asia e il terzo del mondo, estendendosi per 6.300 km dai Monti Tanggula dell’Altopiano del Tibet fino a sfociare nel Mar Cinese Orientale vicino a Shanghai. Storicamente, le popolazioni, tra cui molti prolifici poeti come Qianlong, l’imperatore della dinastia Qing, facevano affidamento sul fiume e sui suoi affluenti per spostarsi nella regione. Lungo il percorso, molti hanno avvistato la focena senza pinna dello Yangtze, l’unica focena d’acqua dolce conosciuta al mondo, che un tempo abitava gran parte del fiume. “Rispetto ai pesci, le focene senza pinna dello Yangtze sono piuttosto grandi e sono attive sulla superficie dell’acqua, soprattutto prima dei temporali, quando inseguono i pesci e saltano in giro”, ha detto Mei. “Questo spettacolo incredibile è stato difficile da ignorare per i poeti”, ha sottolineato Mei. In effetti, raccogliendo e ordinando sistematicamente i poemi conservati risalenti all’anno 618, il gruppo di ricerca ha trovato centinaia di riferimenti alle focene. Analizzando 724 antichi poemi cinesi risalenti agli ultimi 1.400 anni, i ricercatori sono riusciti a ricostruire per la prima volta l’evoluzione storica dell’areale di questa specie in pericolo critico di estinzione. Lo studio rivela che l’habitat della focena si è ridotto di almeno il 65% in questo arco temporale, con la perdita più drastica nell’ultimo secolo a causa di alterazioni umane come la costruzione di dighe e l’inquinamento. I dati poetici, incrociati con fonti storiche, hanno permesso di mappare il declino della specie e sottolineano come arte e scienza possano collaborare nella conservazione della biodiversità. Gli autori evidenziano che la protezione della natura è anche una questione culturale e storica: la poesia, oltre a documentare la biodiversità del passato, può ispirare nuove strategie per la salvaguardia delle specie minacciate oggi. (30Science.com)