Roma – La Cina sta per lanciare una indagine geo-scientifica da 1 miliardo di dollari (circa 950 milioni di euro) per mappare il proprio sottosuolo e individuare materie prime preziose. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato su “Science”. L’iniziativa, SinoProbe II, è stata presentata in anteprima al simposio DEEP-24 di Pechino. A partire dall’inizio del 2025, i ricercatori coinvolti hanno in programma di mettere in campo migliaia di strumenti e di perforare fino a raggiungere profondità record, il tutto con l’obiettivo di creare una mappa 3D degli strati rocciosi a chilometri sotto la superficie terrestre. La portata di SinoProbe II, successore di SinoProbe I, un’indagine più grossolana condotta dal 2008 al 2016, “è sbalorditiva”, afferma Larry Brown, geofisico della Cornell University. “Non riesco a pensare a nessun tipo di geoscienza che non copra, tranne le scienze atmosferiche”. Mian Liu, geofisico dell’Università del Missouri, afferma: “Sinoprobe II ci darà una comprensione molto migliore del pianeta Terra”. La priorità n. 1 del progetto, gestito dal China Geological Survey, è aiutare il paese a liberarsi dai combustibili fossili e dai minerali importati come ferro e alluminio. “Dobbiamo ottenere una solida sicurezza nel campo delle risorse”, afferma Dong Shuwen, un geologo della Nanjing University che ha ideato SinoProbe. Nota che le risorse naturali più superficiali della Cina, entro 500 metri dalla superficie, “sono quasi esaurite”. Facendo eco a un’indagine mineraria statunitense in corso chiamata Earth Mapping Resources Initiative , SinoProbe II mira a mappare formazioni di minerali e bacini di combustibili fossili profondi fino a 3 chilometri e a sviluppare tecnologie di estrazione. “È qui che l’investimento della Cina in SinoProbe II può vedere alcuni ritorni immediati”, afferma Liu. La prospezione potrebbe anche giovare alle tecnologie green. Andrà a caccia di minerali essenziali necessari per pannelli solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici; di depositi di idrogeno (H2) naturale che potrebbe essere sfruttato come carburante ecologico; e infine di strati di rocce porose in cui l’anidride carbonica potrebbe essere sequestrata a lungo termine. Un ulteriore vantaggio per la società sarà una mappa dettagliata delle faglie soggette a terremoti. Per ottenere un’immagine nitida della crosta vicino alla superficie, il progetto si baserà sulla profilazione sismica a sorgente attiva effettuata durante SinoProbe I. In più di una dozzina di province, i ricercatori hanno posizionato geofoni e sismometri lungo un transetto, innescato esplosioni in superficie e tracciato le onde sismiche riflesse in superficie dagli strati rocciosi sepolti. Le campagne hanno portato alla scoperta, ad esempio, di riserve di uranio nel bacino inferiore del fiume Yangtze e di un importante giacimento di molibdeno-tungsteno nei monti Nanling nella Cina meridionale. In SinoProbe II, i ricercatori condurranno studi sismici attivi su larga scala, raccogliendo 20.000 chilometri di profili sismici. Per scandagliare la struttura più in profondità del Pianeta fino al nucleo terrestre, SinoProbe II si affiderà a diverse migliaia di sismometri “passivi” in tutta la Cina, ascoltando i terremoti vicini e lontani. Tracciando il modo in cui gli strati rocciosi rallentano o accelerano le onde sismiche, ne potranno individuare le qualità. Un altro punto di SinoProbe II è una coppia di array magnetotellurici (MT), in cui i sensori misurano i campi elettrici e magnetici di superficie per valutare la conduttività nella crosta e nel mantello. Terzo punto del progetto: la perforazione ultra profonda. Nel 2018, i geologi cinesi hanno raggiunto una profondità di 7018 metri con il loro sito di perforazione SK-2 nella provincia di Heilongjiang, nella Cina nord-orientale. A partire dal 2027, SinoProbe II partirà per perforare a più di 10 chilometri di profondità. Inoltre, affinerà la tecnologia per raggiungere 13-15 chilometri, dove può essere quasi abbastanza caldo da fondere il piombo e le pressioni sono più elevate di quelle nelle fosse oceaniche più profonde. I dati di SinoProbe II saranno caricati su una piattaforma cloud, a cui i ricercatori al di fuori della Cina dovrebbero poter accedere a partire dalla fine del 2026 o dall’inizio del 2027, politica permettendo. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Cina lancia indagine geoscientifica miliardaria per trovare materie preziose
(20 Novembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla