Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Mappata la catena di fornitura marittima del pesce

(11 Ottobre 2024)

Roma – Per la prima volta, una nuova ricerca ha identificato i proprietari di tutti i reefer utilizzati a livello globale, le bandiere che usano e le imbarcazioni da pesca che incontrano. I fish taxi, ovvero le navi cargo refrigerate o reefer che fungono da porti mobili per i pescherecci, sono spesso descritti come anelli deboli nella tracciabilità della filiera del valore dei prodotti ittici. Il nuovo articolo, pubblicato oggi su Science Advances , mostra che solo 324 proprietari sono responsabili di tutti i trasbordi di pesce in tutto il mondo, con Cina, Russia e Grecia che svolgono un ruolo significativo. “Un passo importante verso una maggiore trasparenza”, afferma l’autrice principale Frida Bengtsson dello Stockholm Resilience Centre presso l’Università di Stoccolma. Le navi cargo refrigerate, o “reefers”, svolgono un ruolo significativo nell’industria ittica. Ad esempio, quasi un terzo del pescato globale di tonno (del valore di 10,4 miliardi di dollari) viene trasbordato ogni anno. Il trasbordo, il trasferimento di pescato ma anche di persone, pezzi di ricambio e carburante tra un peschereccio e un reefer, è stato ripetutamente descritto come poco trasparente e associato ad attività illegali, in quanto può consentire il trasferimento di specie pescate illegalmente o oscurare l’origine dei frutti di mare. In questo studio, i ricercatori dello Stockholm Resilience Centre, dello Stanford Center for Ocean Solutions e dell’University of British Columbia hanno identificato 569 reefer attualmente in uso nel settore della pesca e i loro 324 proprietari effettivi. Solo dieci di questi proprietari rappresentano quasi un quarto di tutti gli eventi di trasbordo a livello globale. Considerando i volumi di pesce che vengono trasbordati, si tratta di un numero sorprendentemente basso e molto gestibile di attori, spiega Frida Bengtsson: “Se lavoriamo con questi attori chiave e li facciamo migliorare le loro operazioni, potremmo migliorare rapidamente la tracciabilità e la sostenibilità dei prodotti ittici”. La nuova ricerca ha anche mappato dove nell’oceano i proprietari di reefer operano le loro imbarcazioni, l’attrezzatura utilizzata dalle imbarcazioni da pesca che incontrano e le bandiere coinvolte. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla