Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’uomo e non l’eruzione dell’Hunga Tonga, la causa dei picchi di calore 2023/2024

(30 Luglio 2024)

Roma – Non è stata l’eruzione dell’Hunga Tonga nel 2022 la causa dei picchi di calore 2023/2024. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sul “Journal of Geophysical Research Atmospheres” da un team guidato dalla Texas A&M University. Il notevole evento di due giorni , verificatosi a metà gennaio 2022, ha immesso nell’atmosfera grandi quantità di aerosol vulcanici e vapore acqueo. Storicamente, grandi eruzioni vulcaniche come quella del Tambora nel 1815 e del Monte Pinatubo nel 1991 hanno portato a significativi effetti di raffreddamento sul clima globale bloccando la luce solare con i loro aerosol. Tuttavia, l’eruzione dell’Hunga Tonga ha presentato uno scenario unico: in quanto vulcano sottomarino, ha immesso una quantità senza precedenti di vapore acqueo nella stratosfera, aumentando il contenuto totale di acqua stratosferica di circa il 10 per cento. Poiché il vapore acqueo è un potente gas serra, inizialmente si era ipotizzato che l’eruzione potesse essere la causa del caldo estremo globale del 2023 e del 2024. I ricercatori hanno analizzato le osservazioni satellitari della NASA e della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) di aerosol e vapore acqueo, tra le altre variabili, per stimare il bilancio energetico del sistema climatico della Terra. La loro analisi ha rivelato che l’eruzione ha causato una maggiore fuoriuscita di energia dal sistema climatico rispetto a quella che vi è entrata, inducendo così un leggero effetto di raffreddamento. “Il nostro articolo getta acqua fredda sulla spiegazione secondo cui l’eruzione ha causato il caldo estremo del 2023 e del 2024”, hanno concluso i ricercatori. “Invece, dobbiamo concentrarci principalmente sui gas serra derivanti dalle attività umane come causa principale del riscaldamento, con un grande aiuto da parte dell’attuale El Niño”. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla