Roma – In una chiesa austriaca è stata scoperta una mummia eccezionalmente ben conservata, stata sepolta attraverso un insolito metodo di imbalsamazione. A descrivere questo curioso ritrovamento uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Medicine, condotto dagli scienziati della Ludwig-Maximilians-Universität. Il team, guidato da Andreas Nerlich, ha scoperto che il corpo analizzato apparteneva probabilmente a Franz Xaver Sidler von Rosenegg, vicario di una parrocchiale locale, morto nel 1746, nella cripta della chiesa di San Tommaso a Blasenstein, in Austria. Per secoli, molte culture in tutto il mondo hanno imbalsamato i propri defunti, spesso per motivi religiosi, adottando metodi diversi per la conservazione dei corpi. Il gruppo di ricerca ha condotto analisi approfondite, tra cui TAC, autopsia focale e datazione al radiocarbonio.
- L’analisi del materiale di imballaggio ottenuto durante l’autopsia parziale dell’addome ha rivelato A: Tipico truciolo di legno. B: Ramoscelli di varie piante. C: Piccolo frammento di un semplice tessuto di canapa o lino. Immagine: Andreas Nerlich. Credito Andreas Nerlich
- Aspetto esterno della mummia dal lato ventrale (A) e dorsale (B), che mostra una parete corporea completamente intatta. Crediti: Andreas Nerlich. Credito Andreas Nerlich
- A sinistra: la rimozione di parti del materiale estraneo dalla parete addominale dorsale ha rivelato un miscuglio di tessuto bianco frammentato, piccoli trucioli di legno e materiale vegetale, insieme ad alcuni residui di tessuto amorfo brunastro. A destra: la sfera estranea rotonda rilevata nella pelvi sinistra presentava un piccolo foro con un labbro rialzato. Crediti: Andreas Nerlich Credito Andreas Nerlich
- Ulteriori reperti di tessuto speciale ricavato dal materiale rinvenuto nella grotta addominale della mummia: A sinistra: un pezzo di cotone con un elaborato motivo floreale. A destra: frammento di un tessuto di seta simile a quello utilizzato per la croce della mummia. Crediti: Andreas Nerlich. Credito Andreas Nerlich
- La mummia del “cappellano essiccato all’aria” nella sua bara nella cripta della chiesa di San Tommaso a Blasenstein, Austria. Foto: Andreas Nerlich. Credito Andreas Nerlich
La parte superiore del corpo della mummia era completamente intatta, mentre gli arti inferiori e la testa mostravano un notevole degrado post-mortem. Sono stati individuati diversi materiali accumulati nella cavità addominale e pelvica. Dopo aver aperto il corpo, il team ha rilevato schegge di legno di abete rosso, frammenti di rami e tessuti diversi, tra cui lino e canapa. Gli scienziati ritengono che sia stata proprio questa miscela di materiali a mantenere la mummia in così buone condizioni. “Il legno e i ramoscelli – aggiunge Nerlich – hanno assorbito gran parte del fluido presente nella cavità addominale. L’analisi tossicologica ha evidenziato tracce di cloruro di zinco, un agente fortemente essiccante. Questo metodo di imbalsamazione è diverso dai sistemi più noti, in cui il corpo viene aperto per prepararlo. In questo caso, tuttavia, i materiali per l’imbalsamazione venivano inseriti per via rettale”. I ricercatori osservano che questo approccio potrebbe essere stato molto diffuso, ma non riconosciuto nei casi in cui i processi di decomposizione post-mortem in corso potrebbero aver danneggiato la parete corporea, impedendo così la realizzazione delle manipolazioni. All’interno del corpo, è stata trovata anche una piccola sfera di vetro con dei fori, probabilmente una reliquia di origine monastica. Le analisi hanno poi evidenziato che il corpo apparteneva a un religioso, deceduto tra i 35 e i 45 anni, probabilmente tra il 1734 e il 1780. Questi dati sono compatibili con le informazioni note a riguardo di Franz Xaver Sidler von Rosenegg, vicario della parrocchiale locale. Analisi approfondite hanno inoltre mostrato che il corpo seguiva una dieta di alta qualità, a base di cereali, prodotti animali e pesce. Verso la fine della sua vita, potrebbe aver sperimentato carenze alimentari, probabilmente dovute alla Guerra di Successione Austriaca. L’assenza di segni significativi di stress sullo scheletro corrisponde alla vita di un sacerdote privo di attività fisica intensa. C’erano anche evidenze di una lunga abitudine al fumo e di tubercolosi polmonare”. (30Science.com)