Roma – “Sull’intelligenza artificiale si è fatta una operazione di marketing straordinaria. A partire dal nome. Se continuiamo a credere che si tratti davvero di una intelligenza come quella umana si rischiano bruschi risvegli” Così Antonio Scala, ricercatore presso l’Istituto dei Sistemi Complessi – CNR che domani parteciperà all’incontro “Macchine intelligenti e qualità della vita” organizzato da Vivanapoli e dalla Fondazione Guida della Cultura presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. “Sia chiaro – continua Scala – non voglio in alcun modo sottostimare le capacità dell’IA. Ma dobbiamo comprendere a fondo di che cosa stiamo parlando. Si tratta di un sistema che usa una immane potenza di calcolo per raggiungere una straordinaria capacità di imitazione di risposte pregresse e con scelte probabilistiche per individuare la reazione migliore, ad esempio la frase corretta, per rispondere ad un input esterno. L’aspetto della creatività che si ricollega alle forme più alte di intelligenza umana è del tutto assente. L’idea di avere a che fare con un cervello umano che oltretutto – e qui interviene la dicitura ‘artificiale’ – sarebbe esente dai limiti di fatica e di errore tipici degli esseri umani, è una idea assai rischiosa perché ci porta ad una forma di affidamento eccessivo verso questa tecnologia, che invece va monitorata e tenuta sotto debito controllo. Da questo punto di vista il compito degli utilizzatori dell’IA soprattutto ai livelli più alti delle attività umane porta con sé una forte responsabilità e la necessità di un livello di esperienza particolarmente raffinato”. “In futuro – conclude Scala – l’IA farà sempre di più quello che oggi fanno persone ai primi gradini della scala ‘gerarchica’ dell’esperienza, mentre avrà un enorme bisogno di personale qualificato e con grande conoscenza anche sul campo che possa controllarne i risultati e indirizzarne l’operato, correggendone gli errori. In questo in particolare i giovani saranno particolarmente penalizzati perché si troveranno a far fronte ad anziani con maggiore esperienza, le cui forze troveranno nuovo vigore grazie all’IA. Da qui la necessità di ripensare completamente il nostro sistema educativo per adeguarlo alle sfide che questa nuova tecnologia porta con sé”.(30Science.com)