Roma – Gettata nuova luce su come modelli evolutivi simili, quali l’aumento delle dimensioni dei grani, siano emersi indipendentemente in tutta l’Eurasia, aprendo nuove questioni sui processi di domesticazione paralleli. Lo rivela uno studio guidato da Robert Spengler, dell’Istituto Max Planck di Geoantropologia, riportato su Philosophical Transactions of the Royal Society B Biological Sciences. La ricerca suggerisce che la domesticazione non sia un evento unico o isolato, ma un fenomeno complesso e diffuso su vasta scala geografica e temporale.
- Tre vedute di un chicco d’orzo preistorico da un sito archeologico recentemente scavato in Mongolia; i membri del laboratorio Spengler stanno cercando le vie di diffusione dell’agricoltura in Mongolia. Credito Roberto N. Spengler III
- La mela selvatica del Tien Shan, progenitrice della mela moderna. Studiare le mele selvatiche sta aiutando i ricercatori della Max Planck Society a comprendere meglio il processo di domesticazione. Credito Roberto N. Spengler III
- Scavi presso il sito archeologico di Vardhanze in Uzbekistan, sotto la direzione di Silvia Pozzi e delle spedizioni italo-uzbeke. Tra le altre questioni di ricerca, il Dott. Spengler e il suo team stanno cercando di comprendere meglio come un’enorme capitale ai margini del deserto del Kyzyl Kum venisse alimentata e rifornita in epoche storiche antiche. Credito Roberto N. Spengler III
In un articolo correlato, Spengler e collaboratori affrontano la mancanza di una definizione condivisa di domesticazione, un problema che influenza profondamente le interpretazioni scientifiche del fenomeno. Basandosi su diverse definizioni pubblicate, gli autori sostengono che la domesticazione è probabilmente avvenuta senza un’intenzione umana deliberata, ma come risultato di processi evolutivi inconsci e incrementali, proponendo la necessità di una nuova definizione che rifletta questa complessità e gradualità. “La domesticazione è il fondamento della civiltà moderna; comprendere come essa si sia realmente sviluppata, attraverso specie, regioni e millenni, rimodella il nostro senso di cosa significhi essere umani oggi”, ha detto Spengler. La ricerca archeologica continua a fornire preziosi spunti sulle relazioni a lungo termine tra uomo, piante e animali, offrendo insegnamenti che potrebbero guidare pratiche più sostenibili nel presente e nel futuro. Questi studi si inseriscono in un contesto più ampio di ricerca sulla domesticazione, che vede il processo come un fenomeno evolutivo lento e graduale, caratterizzato da selezione artificiale e modificazioni genetiche progressive, come evidenziato anche nelle analisi della domesticazione dei cereali nel Vicino Oriente e nella diffusione delle colture attraverso l’Eurasia. La comprensione di questi processi è essenziale per ricostruire la storia dell’agricoltura e della civiltà umana, nonché per riflettere sulle sfide ambientali e sociali contemporanee.(30Science.com)