Roma – Nuove prove dimostrano che la Piccola Nube di Magellano è deformata da interazioni gravitazionali complesse, aprendo nuove prospettive per comprendere le dinamiche delle galassie nane vicine e il loro rapporto con la Via Lattea e la Grande Nube di Magellano. Lo rivela uno studio dell’Università di Nagoya, riportato su The Astrophysical Journal Letters. I ricercatori hanno analizzato i moti stellari nella Piccola Nube di Magellano, SMC, una galassia nana irregolare vicina alla Via Lattea.
- Le frecce mostrano le velocità di circa 4.000 stelle variabili Cefeidi. Le frecce verdi rappresentano le stelle più vicine, mentre le frecce magenta indicano le stelle più distanti. La stella verde (★) indica la posizione media delle stelle più vicine a 180.000 anni luce, mentre la stella magenta (★) indica quelle più lontane di 230.000 anni luce. Le frecce di queste stelle mostrano la direzione media del moto (nord-est e sud-ovest). La parte superiore della figura indica il nord, mentre il lato sinistro indica l’est. Credito Satoya Nakano, Università di Nagoya
- Stelle osservate dal satellite Gaia. L’immagine mostra la nostra galassia, la Via Lattea, e le nostre due galassie vicine più piccole in basso a destra. Per creare questa mappa dell’intero cielo sono stati utilizzati dati provenienti da oltre 1,8 miliardi di stelle. Credito Agenzia spaziale europea (ESA)
- La visione di Gaia delle galassie vicine alla Via Lattea, la Grande Nube di Magellano (LMC) e la Piccola Nube di Magellano (SMC). Credito Agenzia spaziale europea (ESA)
Lo studio, basato sui dati del satellite Gaia, analizza per la prima volta i movimenti delle stelle variabili Cefeidi tenendo conto delle loro distanze individuali dalla Terra, superando la precedente assunzione che tutte le stelle della SMC fossero alla stessa distanza. I ricercatori hanno scoperto che le Cefeidi si muovono lungo due assi distinti e in direzioni opposte: le stelle più vicine si spostano verso nord-est, mentre quelle più lontane si muovono verso sud-ovest. Questo movimento si aggiunge a un altro moto opposto già noto nelle stelle massicce della SMC, che si muovono da nord-ovest a sud-est. Tale configurazione bidirezionale indica che la Piccola Nube di Magellano è sottoposta a forze gravitazionali esterne multiple, principalmente l’attrazione della Grande Nube di Magellano, LMC, e un secondo meccanismo ancora da identificare. Lo studio conferma inoltre che la SMC non ruota come una galassia a disco tipica, suggerendo dinamiche peculiari probabilmente influenzate dalle interazioni gravitazionali con la Via Lattea e la LMC. Questo risultato mette in discussione le teorie precedenti sulla struttura e sull’evoluzione della SMC e sottolinea la necessità di nuove simulazioni che considerino la sua natura non rotante e i complessi effetti gravitazionali in gioco. L’analisi si è basata su oltre 4.200 stelle variabili Cefeidi, la cui distanza è stata misurata con precisione sfruttando la relazione periodo-luminosità, un metodo consolidato per determinare distanze cosmiche. Questa precisione ha permesso di mappare i moti stellari con un dettaglio senza precedenti, rivelando la “lacerazione” della galassia dovuta alle forze mareali esterne. (30Science.com