Lucrezia Parpaglioni

La rapida globalizzazione nell’Anatolia romana riflette la moderna Grande Accelerazione

(28 Maggio 2025)

Roma –  L’analisi di antichi registri monetali e dati pollinici ha permesso di ricostruire i cambiamenti economici e ambientali avvenuti in Anatolia dopo la conquista romana, evidenziano come questi riflettano dinamiche simili alla Grande Accelerazione della civiltà moderna. Lo rivela uno studio guidato da Mustafa Doğan, dell’Università Süleyman Demirel, pubblicato su Science Advances. Gli autori appartengono a istituti di ricerca che si occupano di archeologia e scienze ambientali, con un focus sull’Anatolia occidentale, l’odierna Turchia.

La conquista romana nel II secolo a.C. trasformò l’Anatolia in una provincia chiave dell’Impero, con città come Tripoli che divennero nodi commerciali integrati nelle reti imperiali. L’analisi del polline fossile del lago Buldan Yayla ha mostrato un rapido aumento delle piantagioni di ulivo a scapito delle foreste autoctone, segno di un’intensa attività agricola su larga scala. Tali trasformazioni economiche e ambientali sono state collegate anche alla crescita di Costantinopoli nel IV secolo d.C. La successiva scomparsa delle colture di ulivo e cereali nel VII secolo d.C., sostituite dalla ricrescita forestale, coincide con la guerra tra l’Impero d’Oriente e la Persia sasanide e la progressiva disintegrazione del mondo romano. Lo studio fornisce un modello storico di globalizzazione e trasformazione ambientale che può contribuire a comprendere le sfide attuali legate alla sostenibilità in un mondo globalizzato.(30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.