Roma – L’analisi di antichi registri monetali e dati pollinici ha permesso di ricostruire i cambiamenti economici e ambientali avvenuti in Anatolia dopo la conquista romana, evidenziano come questi riflettano dinamiche simili alla Grande Accelerazione della civiltà moderna. Lo rivela uno studio guidato da Mustafa Doğan, dell’Università Süleyman Demirel, pubblicato su Science Advances. Gli autori appartengono a istituti di ricerca che si occupano di archeologia e scienze ambientali, con un focus sull’Anatolia occidentale, l’odierna Turchia.
- Fig. 3. La distribuzione geografica delle reti di città anatoliche mostrata nella Fig. 2. (In alto) Il periodo antonio (II secolo d.C.). (Al centro) Il periodo severiano (fine II-inizio III secolo d.C.). (In basso) Crisi del III secolo (metà III secolo d.C.). Rosso, Tripoli; arancione, vicini immediati di Tripoli; beige, vicini dei vicini di Tripoli; grigio, città rimanenti; vedere Materiali e metodi per i dati di base e i metodi applicati. Credito Doğan e altri, Sci. Adv. 11, eadt7107
- Fig. 2. Grafici che rappresentano la rete sociale delle città anatoliche. (A) Periodo Antonino (II secolo d.C.). (B) Periodo Severiano (fine II-inizio III secolo d.C. ). (C) Crisi del III secolo (metà III secolo d.C.). Rosso: Tripoli (città antica più vicina al sito ad alta risoluzione del lago Buldan Yayla); arancione: vicini immediati di Tripoli; beige: vicini dei vicini di Tripoli; grigio: città rimanenti; vedere Materiali e Metodi per i dati di base e i metodi applicati. Credito Doğan e altri, Sci. Adv. 11, eadt7107
- Fig. 1. Anatolia occidentale con i principali archivi paleoambientali. L’insenatura mostra la posizione dell’Anatolia occidentale all’interno dell’Impero Romano. La città di Tripoli è segnalata per la sua vicinanza al profilo pollinico ad alta risoluzione del lago Buldan Yayla presentato in questo articolo. Credito Doğan e altri, Sci. Adv. 11, eadt7107
La conquista romana nel II secolo a.C. trasformò l’Anatolia in una provincia chiave dell’Impero, con città come Tripoli che divennero nodi commerciali integrati nelle reti imperiali. L’analisi del polline fossile del lago Buldan Yayla ha mostrato un rapido aumento delle piantagioni di ulivo a scapito delle foreste autoctone, segno di un’intensa attività agricola su larga scala. Tali trasformazioni economiche e ambientali sono state collegate anche alla crescita di Costantinopoli nel IV secolo d.C. La successiva scomparsa delle colture di ulivo e cereali nel VII secolo d.C., sostituite dalla ricrescita forestale, coincide con la guerra tra l’Impero d’Oriente e la Persia sasanide e la progressiva disintegrazione del mondo romano. Lo studio fornisce un modello storico di globalizzazione e trasformazione ambientale che può contribuire a comprendere le sfide attuali legate alla sostenibilità in un mondo globalizzato.(30Science.com)