Roma – Secondo uno studio pubblicato su PNAS Nexus da un gruppo di ricercatori guidati da Carlo Cocozza del Max Planck Institute of Geoanthropology, i bambini venivano svezzati prima nelle città dell’Impero romano rispetto alle comunità più piccole e rurali. I modelli di svezzamento urbani si attenevano più da vicino alle linee guida degli antichi medici romani, rispecchiando i modelli contemporanei di aderenza agli esperti medici nelle comunità urbane e rurali.
Le autorità sanitarie romane raccomandavano di allattare i bambini al seno per due anni. Carlo Cocozza e i colleghi erano interessati a capire come gli antichi romani nutrivano effettivamente i loro bambini in vari tipi di insediamenti. I rapporti isotopici di carbonio e azoto nella dentina dei primi molari permanenti registrano la dieta dai tre mesi a circa nove anni di età. In particolare, il latte materno ha un elevato rapporto azoto-15/azoto-14, rispetto agli alimenti solidi, consentendo ai ricercatori di stimare i tempi di svezzamento. Gli autori hanno raccolto dati sugli isotopi dentali da diverse località urbane e non urbane in tutto l’Impero romano. In generale, le persone di Bainesse, Regno Unito, lontano dal cuore dell’impero, e Ostia, Italia, un sobborgo rurale della stessa capitale, venivano allattate al seno più a lungo delle persone urbane, con la maggior parte delle persone di Salonicco e Pompei, che venivano svezzate a o prima dei 2 anni di età. Il modello rispecchia le attuali divisioni urbane/rurali in termini di quanto le persone seguano attentamente le linee guida sanitarie degli esperti, con le città che funzionano come centri di informazione e offrono più risorse mediche.(30Science.com)