Roma – Le modifiche genetiche saranno essenziali per permettere alle colture di resistere al cambiamento climatico e assicurare così le catene di fornitura del cibo a livello globale. E’ quanto sostengono gli autori di un articolo pubblicato su Frontiers in Science. “L’agricoltura – ha dichiarato il Prof. Sergey Shabala dell’Università dell’Australia Occidentale, autore principale dell’articolo – è altamente vulnerabile al cambiamento climatico e l’intensità e la frequenza degli eventi estremi non faranno che aumentare. Sia la produzione agricola sostenibile che la sicurezza alimentare globale dipenderanno in modo critico dalla nostra capacità di creare colture resistenti al clima”. Shabala e il collega Prof. Michael Palmgren dell’Università di Copenhagen espongono due opzioni. La prima è che potremmo introdurre geni che supportano la resistenza allo stress ambientale nelle colture ad alta resa esistenti. Ciò è più facile quando c’è un parente stretto da cui prendere in prestito i geni, o quando il gene è già presente nel DNA della pianta ma è stato disattivato. La seconda opzione è che potremmo selezionare piante selvatiche che sono resistenti agli stress ambientali ma hanno rese inferiori rispetto alle colture moderne. Questa seconda opzione sarebbe più semplice ma adatta ad apportare solo piccole modifiche, forse insufficienti a risolvere il problema della resilienza climatica. “Una delle sfide attuali – ha chiarito Shabala – è quella di far corrispondere i recenti progressi scientifici con la percezione pubblica delle nuove tecnologie. La questione è altamente politicizzata e sono coinvolti significativi interessi commerciali. E a causa della mancanza di conoscenze specifiche, il pubblico in generale non riesce a distinguere le sottili differenze tra le varie tecnologie e si affida alle opinioni dei media”. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Clima, genetica essenziale per colture resilienti
(5 Dicembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla