Roma – Le persone che 5.600 anni fa vivevano nei pressi di Kosenivka, in Ucraina, mangiavano pochissima carne, consumando principalmente fibre vegetali. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati dell’Università di Kiel, in Germania. Il team, guidato da Johannes Müller, ha presentato le prime analisi bioarcheologiche dettagliate delle diete umane di questa zona, che forniscono stime sulle cause di morte degli individui rinvenuti in questo sito. Le persone associate alla cultura neolitica Cucuteni-Trypilla, spiegano gli esperti, vissero nell’Europa orientale da circa il 5500 al 2750 a.C. Alcuni dei loro siti sono tra i primi e più grandi insediamenti europei, che potevano raggiungere i 15mila abitanti. Nonostante il vasto numero di manufatti lasciati dai Trypillia, sono stati trovati pochissimi resti umani, il che è stato associato a vaste lacune relative alla vita di questo popolo.

Kosenivka, selezione di condizioni orali e patologiche. A–E: Singoli 5/6/+mascella sinistra. A: Posizioni dei denti 23–26 (vista buccale). Segni di infiammazione parodontale (frecce superiori) ed esempi di accumulo di tartaro dentale (terza freccia) e scheggiatura dentale (freccia inferiore) sul primo premolare (dente 24). B: Primo premolare (24, vista mesiale). Scanalatura interprossimale con striature orizzontali sulla superficie linguale della radice (freccia superiore) e alla giunzione cemento-smalto (freccia centrale). Lesione da scheggiatura più grande (freccia inferiore). C: Canino (23, vista distale). Scanalatura interprossimale, stessa posizione del premolare adiacente (vedere B), ma meno distinta. D, E: Segni di reazione periostale sul seno mascellare sinistro (vista medio-superiore). Incremento delle impronte vascolari (D, freccia superiore) e porosità, nonché superficie ossea irregolare (D, freccia inferiore, E), che indicano processi infiammatori. F: Individuo 2, frammento temporale sinistro (vista endocranica). Reazione periostale indicata da formazione di nuovo osso poroso (freccia). G: Individuo 5, osso frontale (vista endocranica). Reazione periostale indicata da formazione di nuovo osso a forma di lingua e aumento delle impronte vascolari (frecce). H: Individuo 5/6/+, osso frontale, parte destra, tetto orbitale (vista inferiore). Segni di cribra orbitalia (evidenziati da porosità, vedere freccia). Illustrazione: K. Fuchs.
Credito
Fuchs et al., 2024, PLOS ONE, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Nell’ambito dell’indagine, gli studiosi hanno esaminato un sito di insediamento vicino a Kosenivka, valutando 50 frammenti di ossa umane appartenuti ad almeno sette individui di età e generi differenti. I resti erano gravemente bruciati. Esaminando le ossa al microscopio, i ricercatori hanno concluso che la combustione dei corpi potrebbe essersi verificata a seguito del decesso, screditando l’ipotesi di un incendio accidentale. Secondo la datazione al radiocarbonio, inoltre, uno degli individui morì circa un secolo dopo gli altri. Due persone mostravano lesioni craniche. Una revisione dei reperti ossei umani di Trypillian suggerisce che meno dell’1 per cento dei corpi veniva cremato. I resti umani, commentano gli autori, contribuiscono anche a determinare alcuni aspetti delle abitudini alimentari e comportamentali della popolazione Trypillia. In particolare, analizzando il carbonio e l’azoto presenti nei frammenti, gli esperti hanno stimato che la carne costituiva meno del 10 per cento della dieta di questa popolazione. Tali risultati sono in linea con i denti rinvenuti nel sito, che presentano segni di usura associati alla masticazione di cereali e altre fibre vegetali. Il fatto che la dieta dei Trypillia consistesse principalmente di piante supporta le teorie secondo cui il bestiame in queste culture veniva utilizzato principalmente per concimare i campi e per il latte piuttosto che per la produzione di carne. “I resti scheletrici – sottolinea Katharina Fuchs, prima autrice dello studio – rappresentano veri e propri archivi biologici. Sebbene la ricerca sulle società Trypillia e sulle loro condizioni di vita nelle più antiche comunità urbane dell’Europa orientale rimarrà una sfida, il nostro lavoro evidenzia l’importanza che possono svolgere anche i frammenti più piccoli. Combinando nuove informazioni osteologiche, isotopiche, archeobotaniche e archeologiche, forniamo una visione eccezionale della vita, delle abitudini e della morte di queste persone”.(30Science.com)