Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Scoperto come i Neanderthal producevano il catrame per i loro utensili

(26 Novembre 2024)

Roma – Grazie a uno specifico processo di combustione di determinati rami, i Neanderthal erano in grado di produrre il catrame che consentiva loro di realizzare utensili estremamente efficaci. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ Università della Murcia e pubblicato su Quaternary Science Reviews. I Neanderthal erano cacciatori esperti, abbattevano selvaggina di grossa taglia come cavalli selvatici, rinoceronti lanosi, e persino mammut usando aste di legno con punte di pietra acuminate fissate proprio grazie al catrame. Sebbene i ricercatori abbiano trovato prove che i Neanderthal accendessero fuochi per cucinare e manipolare materiali, il modo esatto in cui si procuravano e lavoravano il catrame era rimasto un mistero.

Replica di utensile Neanderthal
Credito
Ochando et al. / Quaternary Science Review

Secondo gli autori del nuovo studio i resti di un focolare scoperto durante uno scavo in una grotta nota come grotta Vanguard a Gibilterra, sarebbe la risposta a questo mistero. Il sito in questione è ben noto per il legame con i Neanderthal: nel complesso di cui fa parte sono stati trovati scheletri di Neanderthal, utensili di Neanderthal e persino complesse opere d’arte dei Neanderthal. Utilizzando una tecnica chiamata datazione con luminescenza stimolata otticamente, che misura quanto tempo è trascorso dall’ultima esposizione dei cristalli di quarzo alla luce, lavori precedenti avevano stabilito che il focolare era stato costruito tra 67.000 e 60.000 anni fa, prima che gli esseri umani moderni entrassero in Europa, quando i Neanderthal erano gli unici ominidi conosciuti nella regione. Gli utensili in pietra e i fossili di uccelli e piccoli mammiferi nelle grotte suggeriscono che la zona fosse un terreno di caccia produttivo per i Neanderthal, un “Serengeti mediterraneo”, spiega il paleoecologo Juan Ochando dell’Università di Murcia, autore principale dello studio. Nello specifico nella grotta Vanguard, sono stati trovati tracce di cenere, carbone e quelli che si ritiene possano essere cristalli di catrame, nonché elementi come zinco e rame. Secondo Ochando e colleghi questi elementi suggeriscono che il focolare fosse stato sigillato intenzionalmente con una miscela di guano e sabbia, così da evitare che i materiali vegetali posti al suo interno si infiammassero, condizioni necessarie per creare catrame. Il carbone all’interno del focolare proveniva da diverse piante, tra cui il cisto ( Cistus ladanifer ), una pianta da fiore che produce una resina appiccicosa chiamata labdano nelle sue foglie. Per esplorare l’utilità del labdano come adesivo, Ochando e il suo team hanno realizzato una replica del focolare in un sito all’aperto a Portelas, in Portogallo. Hanno riempito il focolare con giovani foglie di cisto, che sono più appiccicose e producono più labdano rispetto alle foglie mature. Poi l’hanno coperto con una miscela di sabbia marina e terra per creare un sigillo sul suo contenuto. Sopra il focolare sigillato, hanno acceso un fuoco a bassa temperatura usando erba e legno di cisto. Hanno lasciato che il fuoco bruciasse sopra il focolare per 2 ore. Quando hanno rotto la crosta che si era formata sotto le fiamme, Ochando e il suo team hanno trovato foglie verdi calde che gocciolavano labdano. Poiché la resina si riassorbe nelle foglie quando si raffreddano, i ricercatori hanno spremuto le foglie su due grandi gusci mentre erano ancora calde. Infine, i ricercatori hanno messo i gusci sulle braci per riscaldare lentamente la miscela, aggiungendo piccole quantità di cenere per aumentare la viscosità e il volume. Il catrame risultante era nero, viscoso e aveva una composizione chimica simile ai potenziali cristalli di catrame trovati nel focolare della grotta Vanguard. Il team l’ha utilizzata per incollare con successo due punte di freccia in selce su manici di legno. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla