Roma – I cicloni tropicali nel sud-est asiatico si formano più vicino alle coste, si intensificano più rapidamente e persistono più a lungo sulla terraferma, e tutto a causa del cambiamento climatico. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Climate and Atmospheric Science da ricercatori della Rowan University negli Stati Uniti, della Nanyang Technological University di Singapore (NTU Singapore) e della University of Pennsylvania , negli Stati Uniti. I cicloni tropicali si formano in genere nella zona tropicale vicino all’equatore, caratterizzata da calde acque oceaniche e temperature costanti, che forniscono il calore e l’umidità necessari affinché questi cicloni si sviluppino e si intensifichino. Sulla base dell’analisi di oltre 64.000 tempeste storiche e future modellate dal 19esimo secolo fino alla fine del 21esimo secolo, lo studio, evidenzia cambiamenti significativi nei comportamenti dei cicloni tropicali nel sud-est asiatico, come una maggiore formazione vicino alle coste e un movimento più lento sulla terraferma, che potrebbero rappresentare nuovi rischi per la regione. Il gruppo di ricercatori spiega che in tutto il mondo, i cicloni tropicali sono influenzati dal riscaldamento delle acque oceaniche che più diventano calde, più le tempeste possono trarne energia. Il coautore dello studio, il professor Benjamin Horton, direttore dell’Earth Observatory di Singapore della NTU , ha affermato: “I cicloni tropicali hanno causato piogge torrenziali e gravi inondazioni nel sud-est asiatico, provocando evacuazioni di massa, distruggendo infrastrutture e influenzando la vita e i mezzi di sostentamento di migliaia di persone. Il nostro studio mostra che mentre i cicloni viaggiano attraverso oceani più caldi a causa del cambiamento climatico, attirano più vapore acqueo e calore. Ciò significa vento più forte, piogge più intense e più inondazioni quando i tifoni colpiscono la terra”.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Sudest Asiatico, col cambiamento climatico cicloni più forti e pericolosi
(2 Agosto 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla