Valentina Di Paola

La piramide di Djoser potrebbe essere stata realizzata con il sollevamento idraulico

(5 Agosto 2024)

Roma – La tecnologia di sollevamento idraulico potrebbe rappresentare la tecnica alla base della costruzione dell’iconica piramide egizia di Djoser. Questa, almeno, è l’ipotesi presentata nell’ambito di uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati del Centre d’Études et d’Applications Paleotechnic Institute, in Francia. Il team, guidato da Xavier Landreau, ha suggerito che il vicino recinto di Gisr el-Mudir, una struttura dalla funzione finora sconosciuta, potrebbe aver assolto il ruolo di “diga di controllo”, per catturare acqua e sedimenti. Secondo gli esperti, l’acqua potrebbe essere stata in grado di fluire in due pozzi situati all’interno della piramide stessa, dove potrebbe essere stata incanalata per sollevare e abbassare un galleggiante, utilizzato per trasportare le pietre impiegate nella costruzione.

Il processo di costruzione identificato della piramide a gradini: un meccanismo di sollevamento idraulico.
Credito
Landreau et al., 2024, PLOS ONE, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

La piramide di Djoser, anche conosciuta come piramide a Gradoni, spiegano gli autori, è una delle più antiche strutture monumentali in pietra dell’antico Egitto. Si ritiene che sia stata costruita intorno al 2680 a.C. come complesso funerario per il faraone Djoser, della Terza dinastia. Le tecniche alla base della sua realizzazione, tuttavia, sono ancora molto nebulosa. Nell’ambito dell’analisi, gli autori hanno esaminato una serie di compartimenti scavati nel terreno all’esterno della piramide, che potrebbero essere stati impiegati come impianto di trattamento delle acque, permettendo ai sedimenti di depositarsi mentre l’acqua passava nel compartimento successivo. In tal modo l’acqua che fluiva nei pozzi della piramide avrebbe sviluppato una notevole forza di risalita, adeguata a sollevare le pietre. Sono ancora necessarie ulteriori ricerche per comprendere come veniva indirizzata l’acqua attraverso i pozzi, ma i ricercatori ipotizzano un sistema di rampe e fissanti. “Questo lavoro – scrivono gli autori – apre una nuova linea di ricerca per la comunità scientifica: gli antichi egizi potrebbero aver sfruttato l’energia idraulica per la costruzione delle piramidi”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).