Roma – Il violento terremoto di magnitudo 7,5 che ha scosso la penisola di Noto, in Giappone, nel giorno di Capodanno, provocando la morte di oltre 280 persone e danneggiando più di 83mila abitazioni, sembrerebbe associato a due epicentri. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Los Angeles, dell’Università della California a Santa Barbara e da ricercatori affiliati a enti e strutture di ricerca in Stati Uniti, Francia, Cina e Giappone. Il team, guidato da Lingsen Meng, Liuwei Xu e Chen Ji, ha analizzato i dati raccolti attraverso tecnologie sismiche e geodetiche avanzate, esaminando meticolosamente i movimenti all’interno della Terra durante lo sciame sismico che ha preceduto il terremoto. I ricercatori hanno scoperto che l’evento è iniziato quasi simultaneamente in due punti diversi sulla faglia, provocando la rottura sismica della barriera, portando a un potente rilascio di energia e a un notevole scuotimento del terreno. Il lavoro offre spunti di riflessione importanti sul ruolo delle barriere di faglia note anche come asperità, nella genesi dei terremoti. Gli eventi sismici si verificano quando le placche terrestri si muovono l’una sull’altra in corrispondenza delle faglie, fratture nella crosta terrestre. La linea di faglia non è uniforme, per cui dissipa energia e tende a ridurre il movimento. Le barriere sono aree ruvide che bloccano i due lati di una faglia, assorbendo l’energia del movimento e rallentandolo notevolmente. Nell’ambito del lavoro, i ricercatori hanno identificato una barriera precedentemente sconosciuta nell’area di Noto. L’analisi ha dimostrato che il terremoto è iniziato quasi simultaneamente in due punti separati della faglia. “Entrambe le onde sismiche si sono propagate verso l’esterno – spiega Meng – fino a incontrarsi nel punto corrispondente alla barriera. L’energia accumulata è stata sufficiente a romperla. È un po’ come afferrare una matita a entrambe le estremità e piegarla fino a romperla. I fenomeni di dual initiation erano stati osservati nelle simulazioni, ma finora era stato difficile osservarli in natura, perché richiedono una serie di condizioni specifiche”. “I terremoti con epicentri doppi – conclude Meng – sono associati a un rischio maggiore di provocare forti scosse. La nostra analisi è stata possibile grazie alle stazioni di monitoraggio giapponesi, molto accurate e sensibili. Nei prossimi step cercheremo di considerare scenari futuri per conoscere le condizioni e le probabilità di questi terremoti. La conoscenza che ne deriverà sarà fondamentale per migliorare la nostra capacità di prevedere e mitigare gli impatti degli eventi sismici”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Il terremoto di Noto aveva due epicentri
(26 Agosto 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).