Valentina Di Paola

La scadenza dei farmaci potrebbe essere un problema per le future missioni spaziali

(23 Luglio 2024)

Roma –  I farmaci di prima necessità attualmente utilizzati dagli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale potrebbero non essere sufficienti per un viaggio di tre anni su Marte, per via delle scadenze troppo vicine. A porre questo importante problema uno studio, pubblicato sul Nature Partner Journal Microgravity, condotto dagli scienziati della Duke University School of Medicine. Il team, guidato da Daniel Buckland e Thomas E. Diaz, ha evidenziato che i medicinali scaduti potrebbero rappresentare una sfida importante per le agenzie spaziali, che stanno pianificando missioni di lunga durata verso la Luna e Marte. Antidolorifici, antibiotici, antiallergici e sonniferi, sostengono gli esperti, potrebbero perdere efficacia nelle lunghe missioni spaziali dirette verso Marte, per cui è necessario individuare approcci più duraturi e principi attivi con scadenze più lontane. La stabilità e la potenza reali dei medicinali nello spazio in confronto alle caratteristiche che hanno sulla terra, commentano gli autori, sono ancora poco conosciute. L’ambiente cosmico, però, potrebbe ridurre l’efficacia dei principi attivi a causa delle radiazioni. Nell’ambito del lavoro, i ricercatori hanno ottenuto informazioni sul prontuario della stazione spaziale, ipotizzando che le medicine dirette su Marte sarebbero simili e proporzionate alle scorte presenti sull’ISS. Utilizzando un database internazionale di date di scadenza dei farmaci, i ricercatori hanno stabilito che 54 dei 91 medicinali avevano una durata di conservazione pari o inferiore a 36 mesi. Anche nella casualità più ottimistica, circa il 60 per cento dei prodotti scadrebbe prima della conclusione di una missione su Marte. In caso di viaggi più realistici, la cifra salirebbe al 98 per cento. “I responsabili della salute degli equipaggi dei voli spaziali – sottolinea Diaz – dovranno trovare il modo di estendere la scadenza dei farmaci, ma il problema riguarda anche altre forniture essenziali, come il cibo. Per le missioni sul Pianeta rosso, che dovrebbero raggiungere una durata di tre anni, sarà fondamentale individuare i prodotti con una durata di conservazione più lunga”. “Gli esseri umani possono ammalarsi – conclude Buckland – ma finora le lunghe missioni sulla ISS sono state accompagnate da una comunicazione costante e in tempo reale con la Terra e la possibilità di inviare regolarmente provviste. Sulla strada per Marte, sarà assolutamente necessario individuare una strategia per garantire la salute degli astronauti, e far sì che un piccolo inconveniente non diventi invalidante per la missione”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).