Valentina Di Paola

Clima: il 70 % delle regioni vinicole a rischio produzione

(27 Marzo 2024)

Roma – Fino al 70 per cento delle regioni in cui attualmente si produce vino potrebbero perdere i requisiti necessari alla coltivazione delle viti. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment, condotto dagli scienziati di Bordeaux Sciences Agro, in Francia. Il team, guidato da Cornelis van Leeuwen, ha esaminato le aree di produzione di viti, considerando le macroregioni, la situazione climatica e i modelli di previsione per il prossimo futuro.

Basandosi sulla propria esperienza e su un’analisi approfondita della letteratura scientifica – oltre 250 pubblicazioni negli ultimi 20 anni – un gruppo di ricerca ha stabilito una mappa globale delle tendenze in evoluzione nelle minacce e nei potenziali benefici che il cambiamento climatico apporta alle regioni vitivinicole esistenti e nuove. Lo hanno fatto studiando gli effetti dei cambiamenti di temperatura, precipitazioni, umidità, radiazioni e CO 2 sulla produzione di vino ed esplorando strategie di adattamento.

Cambiamenti globali nell’idoneità alla viticoltura con aumenti di temperatura di +2°C e +4°C. Van Leeuwen C. et al. (2024). © Impatti dei cambiamenti climatici e adattamenti della produzione vinicola. Nature Reviews Earth and Environment

 

La raccolta nella maggior parte dei vigneti ora inizia due o tre settimane prima rispetto a 40 anni fa, con effetti sulle uve e sugli stili di vino risultanti. Gli aumenti di temperatura, ad esempio, possono cambiare il sapore di un vino se l’uva perde acidità, aumenta l’alcol del vino e modifica le caratteristiche aromatiche. Su scala globale, il cambiamento climatico potrebbe ridurre la superficie coltivabile nelle attuali regioni vinicole e aumentarla in altre.

Le attuali regioni vinicole, spiegano gli esperti, si trovano principalmente nelle medie latitudini, come California, Francia meridionale, Spagna settentrionale e Italia. Tuttavia, i cambiamenti climatici stanno rimodellando la geografia della produzione di vino, alterando la resa dell’uva, la composizione degli acini al momento della raccolta e la qualità del vino.

In questo lavoro, gli scienziati hanno stimato che tra il 49 e il 70 per cento delle regioni vinicole potrebbero perdere le caratteristiche che le rendono idonee alla coltivazione delle diverse varietà. In particolare, riportano gli autori, il 29 per cento delle aree considerate potrebbe sperimentare condizioni estreme, come ondate di caldo e siccità eccessive, che impedirebbero la produzione di uva di qualità.

Se il riscaldamento globale dovesse superare i 2°C, entro la fine del secolo circa il 90% di tutte le aree vitivinicole tradizionali nelle regioni costiere e pianeggianti di Spagna, Italia, Grecia e California meridionale potrebbe non essere più in grado di produrre vino di alta qualità in condizioni economicamente sostenibili. a causa dei rischi di siccità eccessiva e di ondate di caldo più frequenti. Al contrario, temperature più elevate potrebbero migliorare l’idoneità di altre regioni per la produzione di vini di qualità, tra cui il nord della Francia, gli stati di Washington e Oregon negli Stati Uniti, la provincia della British Columbia in Canada e la Tasmania in Australia. Potrebbero anche creare nuove regioni vinicole, in Belgio, Paesi Bassi e Danimarca.

L’emergere di nuove malattie e parassiti, nonché l’aumento della frequenza di eventi estremi, sono altre sfide imminenti per i produttori. I vigneti possono resistere al riscaldamento globale al di sotto del limite di 2°C utilizzando vitigni e portinnesti più resistenti alla siccità e adottando metodi di gestione che preservino meglio l’acqua del suolo, come la diminuzione della densità dei vigneti e la protezione dall’erosione, come dimostrato da numerosi studi condotti in collaborazione con i viticoltori . Le strategie di adattamento dipendono fortemente anche dalle condizioni locali e sono utili solo se riescono a garantire la sostenibilità economica della produzione. I produttori delle latitudini più elevate, invece, potrebbero vedere aumentare le loro rese e la qualità del loro vino grazie all’aumento delle temperature.

Al contempo, tra l’11 e il 25 per cento di alcune aree vinicole potrebbe sperimentare un incremento della produzione, mentre altre zone ora non idonee potrebbero raggiungere i criteri necessari alla coltivazione di viti, come il Regno Unito meridionale. Temperature più elevate potrebbero migliorare l’idoneità di altre regioni per la produzione di vini di qualità, tra cui il nord della Francia, gli stati di Washington e Oregon negli Stati Uniti, la provincia della British Columbia in Canada e la Tasmania in Australia. Potrebbero anche creare nuove regioni vinicole, in Belgio, Paesi Bassi e Danimarca.

Ad ogni modo, commentano gli scienziati, il cambiamento climatico determinerà notevoli cambiamenti negli equilibri legati alla produzione globale di vino nel prossimo futuro e sarà necessario un adattamento da parte di produttori e consumatori. Con l’espansione della viticoltura in regioni attualmente destinate ad altro, concludono gli autori, sarà essenziale valutare anche l’impatto delle nuove coltivazioni sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità di questi luoghi, che dovranno essere attentamente monitorati per mitigarne gli effetti. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).