Alessandro Berlingeri

Ecco come è cambiata la biodiversità vegetale in Germania nell’ultimo secolo

(21 Ottobre 2022)

(30Science.com) ─ Roma, 21 ott. ─ Il mondo vegetale tedesco ha visto un numero maggiore di perdenti che di vincitori negli ultimi cento anni. Le frequenze e le abbondanze di molte specie si sono ridotte, mentre sono aumentate significativamente in altre. Ciò ha comportato una perdita complessiva di biodiversità su larga scala, come ha riportato su Nature un team guidato dalla Martin Luther University Halle-Wittenberg (MLU) e dal Centro tedesco per la ricerca integrativa sulla biodiversità (iDiv).

Credit: BernhardJaeck, Pixabay.

Se gli artisti della sopravvivenza che sono particolarmente adattati alle torbiere o alle praterie secche vengono sostituiti da piante comuni, il numero di specie spesso rimane, in totale, lo stesso”, ha avvertito Helge Bruelheide, ecologo della MLU. “Tuttavia, la diversità si sta ancora perdendo perché la vegetazione un tempo molto distinta di habitat diversi sta ora diventando sempre più simile.

Per scoprire quanto sia forte questa tendenza in Germania, il team guidato dalla MLU ha esaminato una moltitudine di studi locali. Numerosi esperti hanno fornito dati da oltre 7.700 appezzamenti le cui popolazioni vegetali erano state esaminate più volte tra il 1927 ed il 2020. Questi studi, alcuni dei quali non sono stati pubblicati prima, coprono un’ampia gamma di habitat ed hanno fornito informazioni su quasi 1.800 specie di piante. Ciò include circa la metà di tutte le specie di piante vascolari che crescono in Germania.

Ho prestato servizio all’Università di Halle per tre anni lavorando a stretto contatto col primo autore su tematiche affini”, ha raccontato Francesco Maria Sabatini, ricercatore dell’Istituto di Biologia presso il Dipartimento di Geobotanica e Orto Botanico dell’Università Martin Luther Halle-Wittenberg. “In questo lavoro, che come vede ha solo coautori tedeschi, ho aiutato da un punto di vista tecnico analitico, aiutando nelle analisi dei dati soprattutto per quanto riguarda la riproducibilità dei risultati e la cura del codice software messo a disposizione in open access ad altri ricercatori.

Credit: mherfurt, Pixabay.

L’analisi dei dati ha mostrato un trend di abbondanza negativo per 1.011 delle specie studiate e un trend positivo per 719. In altre parole, negli ultimi cento anni ci sono stati il ​​41% in più di perdenti rispetto ai vincitori. Secondo lo studio, il più forte squilibrio tra guadagni e perdite si è verificato tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del XXI secolo.

Guardando alla lista di specie si notano alcuni pattern”, ha dichiarato Sabatini. “Da un lato specie anche molto carismatiche legate a situazioni di agricoltura estensiva sono in forte regressione. Mi riferisco per esempio ai fiordalisi (Centaurea cyanus), che fino a qualche decennio fa caratterizzavano col loro bel colore blu i seminativi di cereali (da noi come in Germania). L’agricoltura intensiva con l’uso massiccio di fitofarmaci e diserbanti può spiegare questa regressione. Dall’altro lato si nota il forte aumento di specie forestali molto aggressive, spesso esotiche. Ad esempio, il ciliegio tardivo (Prunus serotina) è in forte espansione in tutti i boschi planiziari. Si tratta di una specie a rapido accrescimento che sta letteralmente invadendo i boschi naturali normalmente dominati da querce, provocando scompensi nelle dinamiche naturali e nelle reti trofiche.

Questa fase è iniziata con la forte intensificazione dell’uso del suolo”, ha affermato Bruelheide. “Da allora, tuttavia, ci sono state misure di conservazione della natura di successo che hanno indebolito in una certa misura la tendenza negativa ancora in corso.

Sabatini ha poi continuato spiegando la situazione attuale in Italia su questo fronte di ricerca: “Ci sono molteplici esperienze di monitoraggio della biodiversità vegetale con molti colleghi impegnati a portare avanti serie storiche di dati decennali. Io stesso porto avanti da dieci anni un piccolo progetto nel vallone venacquaro al Parco Nazionale del Gran Sasso. Sono però iniziative locali/spot. Quello che manca è la coordinazione nazionale per aggregare i risultati in uno studio a scala nazionale. A quanto so molto colleghi si sono uniti al consorzio ReSurvey che mira proprio a questo ma a scala europea. Il consorzio è partito un anno e mezzo fa e ne vedremo i primi risultati nei prossimi mesi.” (30Science.com)

 

Alessandro Berlingeri
Adoravo parlare di Fantascienza con mia madre prima di dormire e tirar fuori strane teorie anziché ascoltare le favole della buonanotte. La conseguenza? Una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" con una tesi sui “Metodi per la Ricerca di Pianeti Extrasolari”. Mi dedico dal 2008 alla Divulgazione Scientifica ovunque sia possibile, nelle scuole, in grandi eventi pubblici, in musei, in grandi strutture scientifiche di Roma, radio, televisione, internet.. ovunque! Ho affiancato il tutto alle mie passioni di tutta una vita: il nuoto, la musica, il cinema ed ogni sfaccettatura nerd che si possa immaginare.