Lucrezia Parpaglioni

In 40 anni in Italia 5355 spiaggiamenti di cetacei. Uno su 8 ha collegamenti con la pesca

(17 Settembre 2025)

Roma –  Negli ultimi quarant’anni, sono stati registrati 5.355 casi di cetacei spiaggiati lungo le coste italiane: circa 1 caso su 8 mostra segni di interazioni con attività di pesca, un fattore che si configura come una minaccia significativa per queste popolazioni marine. Lo rivela uno studio dell’Università di Padova, riportato su PLOS One. Le specie più colpite da queste interazioni risultano essere i delfini tursiopi, Tursiops truncatus, e le stenelle, Stenella coeruleoalba. In particolare, i maschi adulti di tursiopi nell’Adriatico sembrano più vulnerabili all’intrappolamento nelle reti da posta, un tipo di attrezzo da pesca. Gli strumenti di indagine sono migliorati nel tempo, passando da protocolli non standardizzati negli anni ’80 a sistemi diagnostici altamente specializzati e integrati supportati dal progetto europeo LIFE DELFI. Questo ha permesso di ottenere dati più affidabili e rappresentativi del fenomeno, evidenziando anche l’importanza di condurre indagini post-mortem approfondite per mostrare i rischi specifici e individuare le “aree calde” di rischio per i cetacei. L’importanza di questa ricerca risiede nell’aiutare a sviluppare strategie di mitigazione mirate, su base regionale e specifica per specie, al fine di ridurre il rischio di catture accidentali e proteggere meglio i cetacei. Inoltre, questi dati aiutano a stabilire limiti di tolleranza per garantire la conservazione a lungo termine di queste specie nell’ecosistema marino italiano. In conclusione, il monitoraggio sistematico e prolungato nel tempo degli spiaggiamenti, insieme a una valutazione rigorosa delle interazioni con la pesca, rappresenta uno strumento strategico fondamentale per la tutela di questi importanti mammiferi marini. (30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.