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Premio della rivista Antiquity ad una scoperta archeologica in Marocco che ha coinvolto il Cnr

(24 Giugno 2025)

Roma – l premio Antiquity 2025, istituito dalla omonima prestigiosa rivista del settore archeologico, è stato conferito allo studio del sito di Oued Beht, in Marocco, dove sono emerse importanti testimonianze relative al più antico e ampio complesso agricolo, datato tra il 3400 e il 2900 a.C., mai scoperto in Africa al di fuori della Valle del Nilo. La scoperta conferma il ruolo chiave del Nord Africa, in particolare del Maghreb, nella tarda preistoria mediterranea. I risultati dello studio sono frutto delle ricerche dell’Oued Beht Archaeological Project (OBAP), progetto internazionale di carattere multidisciplinare, che ha avuto inizio nel 2021 nell’ambito del programma di cooperazione scientifica siglato tra l’Institut National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine (INSAP), l’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispc), il McDonald Institute for Archaeological Research dell’Università di Cambridge e l’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO), finanziato, per parte italiana, dal MAECI, dal MUR e dal Cnr.

Il premio annuale Antiquity, istituito nel 1994, viene assegnato al miglior articolo pubblicato ogni anno su questa rivista. Il team internazionale è co-diretto da Giulio Lucarini, archeologo del Cnr-Ispc: “Siamo profondamente orgogliosi di questo premio, che valorizza appieno la portata della scoperta e il significato delle nostre ricerche a Oued Beht. Il riconoscimento da parte di Antiquity — una delle riviste più autorevoli a livello internazionale nel campo dell’archeologia — conferma il valore scientifico del lavoro svolto e sottolinea il ruolo cruciale del Maghreb nella preistoria del Mediterraneo. Questo prestigioso premio si affianca alla menzione di Ancient Near East Today, che ha inserito Oued Beht tra le dieci scoperte archeologiche più rilevanti del 2024 nell’area mediterranea. La scoperta di quello che, a oggi, rappresenta il più antico e ampio complesso agricolo noto in Africa al di fuori della Valle del Nilo apre scenari inediti sullo sviluppo delle prime società complesse nel Nord Africa. Con il suo ambiente mediterraneo, la prossimità al Sahara e la posizione strategica a controllo del più breve tratto di mare tra Africa ed Europa, il Maghreb ha da sempre rappresentato un crocevia di interazioni culturali e scambi transcontinentali. Il nostro progetto dimostra quanto la cooperazione scientifica internazionale non solo favorisca la produzione di conoscenza condivisa e visioni più inclusive del passato, ma possa anche rappresentare uno strumento concreto di dialogo e di pace. Lavorare insieme, al di là dei confini, ci consente di comprendere meglio la nostra storia comune e di costruire ponti anziché muri”.(30Science.com)

 

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