Valentina Arcovio

Picconeri (Siru Lazio): “Consulta al passo con tempi, ora urgente intervenire su Lea e liste attesa”

(22 Maggio 2025)

Roma – “Ancora una volta la Corte Costituzionale si dimostra più lungimirante e aderente alla realtà rispetto alle decisioni prese dai nostri politici con decreti e leggi che non sono collegate alla realtà dei territori che governano”. E’ così che Maria Giuseppina Picconeri, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Riproduzione Umana, commenta la sentenza della Corte Costituzionale che di fatto riconosce come genitore le “mamme arcobaleno”, alla vigilia del Congresso Regionale della SIRU Lazio, che si aprirà domani a Roma. “E’ assurdo che si debba ancora procedere in questo modo per proteggere le coppie e i bambini”, sottolinea Picconeri. “E’ evidente la necessità di una legge chiara, uniforme e che tenga conto di procedure consentite e legali in altri paesi. Il mondo sta cambiando e la legge ha il dovere di tutelare tutti, i bambini in primis, ma nello stesso tempo i genitori eterosessuali , single e anche i genitori dello stesso sesso, riconoscendo il loro ruolo anche in Italia”, aggiunge. Dal punto di vista legislativo inizia a muoversi qualcosa anche nel nostro paese. Pochi giorni fa è stata presentata alla Camera la proposta di legge a prima firma di Marco Furfaro, responsabile Welfare del partito Democratico e capogruppo in Commissione Affari Sociali, dal titolo “Disposizioni in materia di tutela della salute riproduttiva e di riproduzione medicalmente assistita”. Si tratta di una proposta nata da un lungo e approfondito lavoro di confronto con la comunità scientifica, medica e con le realtà civiche, che negli ultimi anni hanno sollecitato con forza un intervento legislativo strutturale. “Il testo, che recepisce le proposte della SIRU, definisce principi e diritti fondamentali, rafforza norme centrali come quelle sul Servizio sanitario nazionale, sull’interruzione volontaria di gravidanza e sul ruolo dei consultori”, afferma Picconeri. “Garantisce il riconoscimento della soggettività delle persone coinvolte nei percorsi di PMA, tutela il nato e il nascituro, chiarisce le regole sulla crioconservazione, sulla donazione alla ricerca, e consolida il ruolo della comunità scientifica nella definizione delle politiche pubbliche in materia di salute riproduttiva”, aggiunge. Al centro della nuova iniziativa le principali criticità affrontate dalle coppie che desiderano un figlio e che per riuscirci hanno bisogno di accedere alla procreazione medicalmente assistita. “Il 2025 doveva essere l’anno della svolta per l’applicazione dei nuovi Lea – evidenzia Picconeri – ma nella realtà nulla è cambiato: liste d’attesa infinite e costi proibitivi, impediscono a moltissime coppie di avere un equo accesso ai servizi di PMA offerti dal Servizio sanitario nazionale. C’è ancora grande disomogeneità nei territori. In particolare, nel Lazio a fronte di una richiesta da parte delle coppie di accesso ad un percorso di PMA di circa 8.500 cicli, i centri pubblici ne riescono ad erogare non più di 2.489. Si tratta in pratica di appena il 30% dei trattamenti di PMA di cu invece si avrebbe bisogno”. Le lunghe attese si ripercuotono poi sulle possibilità di successo delle procedure. Un’indagine condotta dalla SIRU nei centri italiani di riproduzione medicalmente assistita ha rilevato che le coppie infertili impiegano mediamente dai 4 ai 5 anni per iniziare un percorso terapeutico adeguato, a partire dal momento in cui decidono che hanno bisogno di aiuto nel concepimento. “Un ritardo inaccettabile – evidenzia Picconeri – considerato che le probabilità di successo della PMA diminuiscono con l’avanzare dell’età delle coppie, oggi costrette ad abbandonare il desiderio di genitorialità ancora prima di provarci. Tutto questo avviene in un momento in cui la crisi demografica in Italia continua ad aggravarsi con conseguenze a cascata sull’intero sistema sanitario, economico e sociale. Da parte nostra rinnoviamo la nostra disponibilità affinché le annose criticità legate alla PMA vengano risolte una volta per tutte in modo equo e omogeneo su tutto il territorio nazionale”. (30Science.com)

Valentina Arcovio