Roma – Tutte le regioni vinicole del mondo sono state colpite dal cambiamento climatico, ma quelle europee in particolare ne hanno subito il peso. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università della British Columbia e pubblicato su PLOS Climate . Nel nuovo studio, i ricercatori hanno studiato la fenologia dell’uva da vino, ovvero la tempistica delle diverse fasi di crescita e riproduzione delle viti in risposta all’ambiente. Hanno utilizzato dati provenienti da oltre 500 varietà, analizzando 10 parametri climatici, dalle temperature minime durante la dormienza e la germogliazione, alle temperature estreme durante la stagione vegetativa, fino alle temperature e alle precipitazioni durante la vendemmia. Hanno scoperto che il cambiamento climatico ha avuto un impatto diverso su tutte le regioni vitivinicole, il che rende difficile per i viticoltori condividere strategie di adattamento. L’Europa ha registrato il cambiamento più significativo, con aumenti consistenti del numero di giorni caldi con temperature superiori a 35 °C e temperature massime durante la stagione vegetativa.

Le viti che crescono in Europa hanno subito i maggiori incrementi di calore, anche nella regione delle Côtes du Rhône (qui è mostrata una vite proveniente da quella zona).
Credito
EM Wolkovich, 2025, PLOS Climate, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Al contrario, il Nord America ha mostrato aumenti minori delle temperature medie e degli estremi. I ricercatori concludono che studi globali come questo possono integrare gli studi regionali e aiutare i viticoltori ad adattarsi, fornendo informazioni su quali regioni stanno cambiando più rapidamente in risposta al riscaldamento globale e quali coltivano l’uva nelle condizioni più estreme. Se l’industria vitivinicola globale spera di affrontare gli impatti del cambiamento climatico, dovrà fare i conti con questi cambiamenti complessi, che variano da regione a regione e durante tutta la stagione di crescita. Il Dott. EM Wolkovich, che ha guidato la ricerca, riassume: “Questo studio è stato un’importante impresa interdisciplinare e internazionale, che ha richiesto la competenza di climatologi, modellisti colturali, macroecologi ed esperti di genetica dell’uva da vino provenienti da Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada. Si è inoltre basato su ampie risorse di dati e non sarebbe stato possibile senza i dati dell’unità sperimentale dell’INRAE Domaine de Vassal, che raccoglie dati sull’uva da vino da decenni. Sono rimasto molto sorpreso dal livello di riscaldamento in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa, dove i nostri risultati mostrano chiaramente quanto la stagione di crescita si sia riscaldata a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Avendo visitato l’Europa per oltre 15 anni, ho assistito all’aumento delle ondate di calore, ma vedere i dati – e quanto i viticoltori stiano affrontando il cambiamento – è stato sconfortante e persino più intenso di quanto mi aspettassi. Il fatto che i maggiori cambiamenti abbiano riguardato gli estremi di calore e i parametri relativi al calore totale è stato altrettanto sorprendente, poiché tendiamo ad aspettarci che i cambiamenti climatici innalzino maggiormente le temperature minime ma spesso erano i parametri relativi alle temperature più elevate a mutare”.(30Science.com)