Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Innovative microalghe ripuliscono i fiumi dagli antibiotici

(19 Maggio 2025)

Roma – Le microalghe della specie Monoraphidium contortum hanno la capacità di rimuovere i residui di antibiotici dall’acqua, in particolare sulfametossazolo e trimetoprim. Ciò riduce il rischio di contaminazione ambientale, evitando gravi conseguenze per l’ecosistema e la salute umana. Questa è la conclusione di uno studio condotto in collaborazione da ricercatori brasiliani affiliati all’Università Federale ABC (UFABC) di Santo André, all’Università Federale di Itajubá (UNIFEI) nello stato di Minas Gerais e all’Università di San Paolo (USP). Il lavoro, pubblicato sulla rivista Biochemical Engineering Journal , si è svolto su due fronti. “Da un lato – spiega Marcelo Chuei Matsudo , professore di biotecnologie presso l’UFABC e autore corrispondente dell’articolo – abbiamo coltivato le specie di microalghe in un fotobioreattore, un bioreattore dotato di un’illuminazione adeguata affinché i microrganismi possano svolgere la fotosintesi, in presenza di antibiotici comunemente usati in Brasile e presenti nelle acque reflue e nei corpi idrici”. Per simulare lo scenario comunemente riscontrato in natura, i ricercatori hanno utilizzato sulfametossazolo e trimetoprim, tra i dieci antibiotici più consumati nel Paese negli ultimi anni. “Abbiamo scoperto – afferma Matsudo- che a basse concentrazioni, una condizione riscontrabile nelle acque reflue, non si è verificato alcun danno alla crescita delle microalghe, che hanno rimosso tra il 27 per cento e il 42 per cento dei farmaci”. Il ricercatore sottolinea inoltre che in questo processo le microalghe hanno prodotto una biomassa con potenziale valore commerciale, in quanto si è dimostrata idonea per la produzione di biodiesel. Sull’altro fronte, il ricercatore Marcus Vinicius Xavier Senra ha sequenziato il genoma di questa microalga e, utilizzando strumenti bioinformatici, ha rilevato la presenza del gene responsabile della produzione di un enzima potenzialmente in grado di degradare questi inquinanti.(30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla