Lucrezia Parpaglioni

Le mani di due specie di ominidi mostrano che l’uso degli strumenti è stato graduale

(15 Maggio 2025)

Roma –Rinvenuti i resti di mani quasi complete di due specie di ominidi fossili rinvenuti in Sudafrica: Australopithecus sediba e Homo naledi; i reperti mostrano che entrambe le specie possedevano caratteristiche delle dita simili a quelle umane, funzionali alla manipolazione di oggetti, pur mantenendo tratti che favorivano ancora l’arrampicata sugli alberi. Lo rivela lo studio condotto da Samar Syeda, dal Max-Planck-Institut fur evolutionare Anthropologie e colleghi, pubblicato su Science Advances e promosso dall’Associazione americana per il progresso della scienza, AAAS. Tuttavia, le mani presentano differenze significative tra loro: la base del pollice di A. sediba suggerisce un adattamento più marcato alla manipolazione, mentre H. naledi mostra articolazioni carpometacarpali radiali con caratteristiche umane e neandertaliane, che collegano dita e polso.

Questi risultati indicano che l’evoluzione muscoloscheletrica della mano, necessaria per l’uso degli strumenti, non è stata un processo lineare. La manipolazione fine e la destrezza si sono sviluppate gradualmente mentre questi ominidi continuavano ad arrampicarsi, suggerendo un percorso evolutivo complesso e non diretto verso la destrezza umana. Lo studio contribuisce a chiarire un dibattito scientifico riguardo a quando e come gli ominidi abbiano perso le caratteristiche adattate all’arrampicata in favore di quelle per la manipolazione degli strumenti. In sintesi, l’indagine di Syeda et al. supporta l’ipotesi che l’abilità nell’uso degli strumenti si sia evoluta in modo graduale e parallelo ad altre funzioni della mano, piuttosto che in modo sequenziale e netto. (30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.