Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Metalli e estrogeni stanno mettendo a rischio l’agricoltura europea

(12 Maggio 2025)

Roma – I metalli e le sostanze che alterano il funzionamento degli ormoni, come gli estrogeni, stanno sempre di più rappresentando un gravissimo rischio per la sostenibilità dell’agricoltura e della gestione delle risorse idriche in Europa. Questa è la conclusione di una ricerca di dottorato condotta dalla scienziata ambientale cinese Yuwei Jia presso la Vrije Universiteit Brussel (VUB). La sua ricerca fornisce nuove informazioni sulla distribuzione, la disponibilità e i rischi associati a questi inquinanti, evidenziando al contempo le carenze delle attuali normative. Una parte significativa della ricerca di Jia ha indagato l’effetto dei fertilizzanti sulla mobilità e la biodisponibilità dei metalli. Questo ha incluso l’utilizzo della tecnica S920-Diffusive Gradients in Thin Films (DGT), un metodo innovativo che consente ai ricercatori di misurare la frazione di metalli realmente biodisponibile per l’assorbimento da parte delle piante. Questo è fondamentale nel contesto della sicurezza alimentare e delle politiche agricole sostenibili a lungo termine. “I fertilizzanti sono una fonte di metalli pesanti nei terreni agricoli”, spiega il suo supervisore, il Professor Yue Gao del gruppo di ricerca Analitica, Ambientale e Geochimica (AMGC) della VUB. “L’applicazione del campionatore passivo DGT è essenziale per valutare le frazioni biodisponibili dei metalli nel suolo, poiché ciò è direttamente collegato all’assorbimento da parte delle piante”. Utilizzando tecniche analitiche innovative, Jia è riuscita a mappare l’impatto di diversi fertilizzanti sulla distribuzione dei metalli nei terreni agricoli. Ha confrontato tre tipi di fertilizzanti: fertilizzanti fosfatici, fanghi di depurazione e letame animale. I suoi risultati indicano che il letame animale è l’opzione preferibile per limitare la contaminazione da metalli. Parallelamente, Jia ha studiato la presenza di estrogeni nell’estuario della Schelda. Questi composti che alterano il sistema endocrino, spesso provenienti dalle acque reflue domestiche, possono influire sul sistema endocrino degli organismi acquatici e, in ultima analisi, sulla salute umana. Attraverso biotest (ER-CALUX), ha dimostrato che l’attività estrogenica nella colonna d’acqua diminuisce a valle e che le concentrazioni nei sedimenti mostrano un calo generale nell’arco di quattro decenni. “Questi risultati dimostrano l’impatto degli investimenti nel trattamento delle acque reflue e l’effetto di normative europee come la Direttiva Quadro sulle Acque”, afferma il Professor Emerito Willy Baeyens. “Ciononostante, un monitoraggio continuo rimane essenziale, soprattutto alla luce dell’emergere di sostanze chimiche e dei cambiamenti nei modelli di scarico industriali e urbani”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla