Valentina Di Paola

Anche gli scimpanzé sviluppano attaccamento madre-bimbo

(12 Maggio 2025)

Roma – I legami tra madre e cucciolo di scimpanzé selvatico potrebbero assomigliare ai modelli di attaccamento osservati negli esseri umani. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology. Il team, guidato da Eléonore Rolland, ha analizzato 3.795 ore di dati osservazionali di 50 diadi madre-prole di scimpanzé selvatici nel Parco Nazionale di Taï, in Costa d’Avorio. Valutando 30 esemplari di età compresa tra zero e 10 anni che rispondevano a eventi minacciosi, i ricercatori non hanno rilevato evidenze di comportamenti che riflettessero attaccamento disorganizzato.

Tuttavia, osservando 18 animali immaturi che rispondevano a eventi non diretti a loro, sono emerse prove di attaccamento insicuro-evitante, come la ricerca di conforto. I risultati, commentano gli esperti, migliorano la nostra comprensione dell’attaccamento madre-bambino nei nostri parenti viventi più prossimi. La teoria dell’attaccamento, affermano gli studiosi, è stata inizialmente sviluppata per comprendere le relazioni tra neonato e caregiver umano e suggerisce che le prime esperienze di legame possono influenzare lo sviluppo psicologico e le interazioni sociali. Legami strutturali e costanti possono essere considerati un attaccamento organizzato e sicuro, mentre l’attaccamento disorganizzato si verifica quando i comportamenti sono casuali o conflittuali. L’attaccamento disorganizzato è stato osservato in circa il 23 per cento dei neonati umani in diverse culture. La teoria dell’attaccamento ha avuto un’influenza sulla genitorialità contemporanea, ma si sa poco di questi comportamenti nei primati non umani selvatici. In questo lavoro, i ricercatori hanno scoperto che gli scimpanzé immaturi tendevano a piangere e ad avvicinarsi alla madre durante un evento minaccioso, e questa relazione tendeva a diminuire con l’età. 75 esemplari su 78, riportano gli studiosi, hanno smesso di lamentarsi con il tempo, indipendentemente dal fatto che la madre si avvicinasse o meno. In tutti i casi in cui la madre interveniva, il lamento cessava. Questi risultati, concludono gli autori, evidenziano che alcune caratteristiche dell’attaccamento organizzato abbiano una storia evolutiva profonda e che i modelli di attaccamento disorganizzato siano plasmati da fattori ambientali che potrebbero determinare la prevalenza relativamente elevata di attaccamento disorganizzato tra le grandi scimmie in cattività e gli esseri umani. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).