Lucrezia Parpaglioni

Riflettere sulla bellezza artistica incoraggia la visione d’insieme

(8 Maggio 2025)

Roma – La contemplazione attiva della bellezza artistica in una galleria o museo favorisce il pensiero astratto e la capacità di vedere il quadro generale nella propria vita. Lo rivela uno studio dell’Università di Cambridge, pubblicato su Empirical Studies of the Arts. Fin dall’antichità, filosofi come Platone e Kant hanno riflettuto sull’impatto della bellezza sull’esperienza umana. Ora, il nuovo offre ora prove empiriche che fermarsi a contemplare la bellezza degli oggetti artistici in una galleria o in un museo aumenta la capacità di pensare in modo astratto e di considerare il “quadro generale” quando si tratta della propria vita.

Utilizzando la galleria Kettle’s Yard come “laboratorio vivente”, i ricercatori hanno confrontato due gruppi: uno invitato a riflettere e valutare la bellezza di oggetti in ceramica, l’altro impegnato in un compito di osservazione neutra. I risultati mostrano che chi si concentra sulla bellezza sperimenta un maggiore distanziamento psicologico dalle preoccupazioni quotidiane, punteggi superiori nel pensiero astratto, con un aumento del 14% rispetto al gruppo di controllo e livelli più elevati di emozioni trasformative, con un aumento del 23%. L’effetto è ancora più marcato tra chi pratica hobby artistici, con un incremento medio del 25% nel pensiero astratto rispetto ai pari del gruppo di controllo. Tuttavia, il beneficio cognitivo non si traduce in un aumento della felicità percepita, suggerendo che è l’atto stesso di impegnarsi con la bellezza a stimolare nuove modalità di pensiero. Secondo Simone Schnall, autrice principale dello studio e docente di psicologia sociale sperimentale a Cambridge, questi risultati rafforzano l’idea che l’esperienza estetica possa espandere la mente e offrire strumenti per affrontare la complessità della vita moderna, sottolineando il valore sociale e psicologico dell’accesso all’arte. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.