Roma – Si chiama Ronan, è un leone marino che vive in California e ha imparato a tenere il ritmo meglio di molti esseri umani. A descrivere le sue curiose capacità uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Santa Cruz. Il team, guidato da Peter Cook, ha valutato l’abilità dell’animale confrontandola con quella di alcuni esseri umani.
Ronan, spiegano gli esperti, è un leone marino di 15 anni della specie Zalophus californianus, che è stato addestrato a muoversi a tempo con un metronomo. Alcuni mammiferi e uccelli hanno dimostrato di sapersi muovere a tempo seguendo segnali ritmici, ma la maggior parte dei vertebrati mostra scarse evidenze di sincronizzazione. Ronan è stata addestrata a riconoscere e muovere la testa a tempo con il ritmo di un metronomo all’età di tre anni e ha mantenuto questa capacità fino all’età adulta.
- il leone marino della California Ronan. Credito: Joel Sartore/Photo Ark. NMFS 23554.
- I coautori dello studio Andrew Rouse, Peter Cook e Carson Hood con il leone marino della California Ronan. Credito: Colleen Reichmuth. NMFS 23554.
- Il leone marino della California Ronan. Credito: Carson Hood. NMFS 23554.
- il leone marino della California Ronan. Credito: Joel Sartore/Photo Ark. NMFS 23554.
- Ronan, leone marino della California. Crediti: Colleen Reichmuth. NMFS 23554.
Il gruppo di ricerca ha monitorato la coerenza e la coordinazione dell’animale nel muoversi a tempo con il rullante a 112, 120 e 128 battiti al minuto (bpm). Gli stessi suoni sono stati poi presentati a dieci studenti universitari di età compresa tra 18 e 23 anni, ai quali è stato chiesto di muovere la mano a tempo con la percussione. Gli autori hanno misurato la precisione tramite un software di video tracking. I risultati, riportano gli scienziati, mostrano che nel complesso il cronometraggio di Ronan era più accurato e meno variabile rispetto agli studenti. La precisione del leone marino aumentava con il ritmo: a 128 bpm, l’animale seguiva in media 129 bpm, con un tasso di errore di 2,94 battiti. Per gli esseri umani, invece, era di 116,2 bpm con un tasso di errore di 7,34. Questo lavoro, commentano gli scienziati, ha valutato solo il rispetto dei tempi di un singolo esemplare addestrato a questa abilità. La riproducibilità dei risultati, pertanto, dovrebbe essere valutata attraverso studi più ampi.(30Science.com)