Roma – La geometria della faglia può influenzare notevolmente la gravità e le modalità con cui un terremoto impatta sul territorio. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Earth, Planets and Space, condotto dagli scienziati dell’Università di Tokyo. Il team, guidato da Ryosuke Ando, ha utilizzato una serie di simulazioni recenti per creare un modello dettagliato della faglia al di sotto di Noto, nel Giappone centro-settentrionale. La penisola, ricordano gli esperti, è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7,5 il giorno di Capodanno 2024, che ha provocato ingenti danni nella regione a causa del sollevamento del terreno associato allo spostamento delle placche tettoniche. Il movimento, però, è stato molto variabile, e in alcune aree è stato associato a un innalzamento fino a cinque metri. Il nuovo lavoro, commentano gli autori, potrebbe contribuire allo sviluppo di modelli più dettagliati progettati per simulare scenari di diversi terremoti e mitigare i disastri futuri. “Durante il terremoto di Noto – afferma Ando – abbiamo assistito a un sollevamento devastante in alcune aree rispetto ad altre.
- La faglia scivola significativamente dove i segmenti di faglia sono orientati ortogonalmente alla direzione dello sforzo compressivo (frecce verdi) che agisce nella placca tettonica, poiché questa è la condizione in cui le faglie scivolano efficacemente. La coerenza con il sollevamento superficiale osservato conferma la validità del risultato della simulazione. Credito Ryosuke Ando, Università di Tokyo
- Le aree con colori più caldi hanno subito un sollevamento del terreno maggiore durante il terremoto. Tracce di faglie attive del fondale marino (le linee ciano) corrono lungo il litorale settentrionale della penisola di Noto. Credito Le organizzazioni giornalistiche possono utilizzare o ridistribuire questa immagine, con la dovuta attribuzione, come parte della copertura giornalistica di questo giornale solo Limitazioni d’uso Ryosuke Ando, Università di Tokyo
- Gli scienziati hanno utilizzato simulazioni al supercomputer per svelare il meccanismo sottostante attraverso il quale la geometria irregolare della faglia, caratterizzata da più segmenti, controllava la variazione dello scorrimento della faglia e il conseguente sollevamento. Il sollevamento variava da 1-2 metri in alcune aree, fino a 4-5 metri in altre. Credito Ryosuke Ando, Università di Tokyo
Volevamo capire quale meccanismo controlli la magnitudo e la variazione spaziale e temporale”. Secondo quanto emerge dall’indagine, durante il terremoto di Noto sono state coinvolte tre faglie principali, in direzione opposta del movimento laterale. Due di esse, riportano gli autori, sono inclinate verso sud-est, mentre la terza verso nord-ovest. I dati dell’attività sismica precedente sono stati utilizzati per stabilire il modello delle condizioni di stress. I risultati suggeriscono che l’area è stata soggetta a uno sciame sismico localizzato e concentrato per diversi anni prima del 2024. La simulazione, sviluppata con dati osservativi della geometria della faglia, è stata in grado di riprodurre la variazione del sollevamento verificatasi durante il terremoto della Penisola di Noto del 2024. In alcune aree, il sollevamento ha causato danni significativi, mentre in altre l’effetto non è stato così grave a causa di un sollevamento meno evidente. Sulla base del modello, inoltre, lo spostamento verticale era concentrato in prossimità delle tracce di faglia, dove questa devia dal suo orientamento orizzontale complessivo. Ciò indica che la geometria della faglia è fondamentale per l’impatto del terremoto sul territorio. “Il nostro lavoro – aggiunge Ando – ci ha permesso di analizzare la geometria tridimensionale della faglia. Abbiamo rivelato che queste caratteristiche influenzano il processo complessivo”. “Nei prossimi step – conclude – valuteremo come utilizzare il modello per sviluppare migliori scenari di rottura dinamica. Ci aspettiamo che questa scoperta porti alla creazione di un metodo per valutare le caratteristiche dei pericoli causati da futuri grandi terremoti”.(30Science.com)