Roma – Circa il 75% dei gol deriva da tiri di prima mano, ovvero tiri effettuati di primo tocco, che risultano particolarmente pericolosi per la loro rapidità e imprevedibilità, lasciando poco margine di reazione ai portieri. Lo rivela uno studio condotto da Markel Perez, dell’Università dei Paesi Baschi, UPV/EHU. Lo studio sottolinea l’importanza di allenare specificamente i portieri per migliorare la gestione di queste situazioni. La ricerca è stata realizzata in collaborazione con gli allenatori dei portieri Arkaitz Crespo e Jon Zabala della squadra di calcio SD Eibar. L’indagine ha analizzato 2.238 tiri effettuati in 179 partite della Liga spagnola nella stagione 2019-2020, focalizzandosi su 16 variabili specifiche come la direzione del tiro, la parte del corpo utilizzata dal tiratore, la distanza e la zona di tiro, e le reazioni del portiere. Lo studio evidenzia la rilevanza di allenare le deviazioni, cioè i tiri che cambiano traiettoria dopo aver colpito un altro giocatore, complicando ulteriormente la capacità di reazione del portiere. I ricercatori suggeriscono esercizi mirati a migliorare la rapidità di reazione in tali circostanze. Un’ulteriore analisi ha messo in relazione le caratteristiche dei tiri con la posizione finale delle squadre in classifica, evidenziando che le squadre più competitive tendono a finalizzare con molti tocchi prima del tiro, piuttosto che con calci piazzati o cross, offrendo così indicazioni utili per personalizzare gli allenamenti in base all’avversario. Perez auspica che studi simili vengano estesi ad altri campionati e condizioni di gioco, includendo variabili come il meteo, per ampliare la comprensione delle dinamiche di tiro e migliorare ulteriormente la preparazione dei portieri.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
La maggior parte dei gol nel calcio derivano da tiri di prima mano
(16 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.