Roma – Il livello dell’umidità del suolo influisce in maniera consistente sulle megatempeste in diverse regioni del mondo particolarmente sensibili a questi eventi estremi. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’ UK Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH) e pubblicato su Nature Geoscience. L’autrice principale, la dott. ssa Emma Barton, meteorologa presso l’UKCEH, ha affermato: “I sistemi convettivi mesoscalari sono tra i temporali più intensi del pianeta e stanno aumentando di gravità a causa del cambiamento climatico. Le temperature in aumento potrebbero aumentare il contrasto tra aree umide e asciutte dei terreni, intensificando ulteriormente i temporali in regioni già gravemente colpite. Comprendere come l’umidità del suolo influenza l’attività delle tempeste e come questo potrebbe cambiare in futuro sarà essenziale per previsioni a breve termine più accurate per avvisare le comunità dell’avvicinarsi delle tempeste, nonché per fare proiezioni a lungo termine”. L’anno scorso, l’Africa ha avuto la peggiore stagione delle tempeste degli ultimi anni. Tra giugno e settembre, gravi inondazioni nell’Africa occidentale e centrale, collegate a forti piogge, hanno ucciso un totale di oltre 1.000 persone, ne hanno sfollate più di 500.000 e distrutto oltre 300.000 case. In Argentina, nel marzo 2025, una violenta tempesta ha ucciso 13 persone, ne ha sfollate oltre 1.000, ha travolto automobili e distrutto strade e ponti. Nel Bengala, in India, nel marzo 2024, un temporale ha danneggiato circa 800 case, ferito 300 persone e ucciso cinque persone. A fronte di questi dati impressionanti è essenziale indagare le cause delle megatempeste e trovare nuovi sistemi di allerta precoci. Il nuovo studio ha comportato un’analisi dettagliata di 20 anni di dati satellitari relativi all’attività delle tempeste e alle condizioni di umidità del suolo in Africa occidentale, Africa meridionale, India e Sud America. I ricercatori hanno scoperto che determinate condizioni di umidità delle superfici influenzano grandemente le precipitazioni. Queste condizioni possono essere osservate da due a cinque giorni prima che si verifichi una tempesta, il che consentirà di prevedere in anticipo potenziali tempeste improvvise. Gli autori dello studio spiegano che un maggiore contrasto di umidità tra aree più umide e più secche su una grande distanza determina un maggiore contrasto nelle temperature dell’aria, portando a maggiori cambiamenti nella direzione e/o velocità del vento man mano che si sale nell’atmosfera. Questa turbolenza aiuta le tempeste a crescere, producendo più pioggia su un’area più ampia. Oltre alla loro analisi in Africa occidentale e meridionale, India e Sud America, i ricercatori hanno osservato la stessa connessione tra contrasti di umidità del suolo e circolazioni del vento in Cina, Australia e nelle Grandi Pianure degli Stati Uniti. “I meteorologi tendono a concentrarsi sulle condizioni atmosferiche per costruire i modelli meteorologici – ha affermato la co-autrice dello studio, la dott. ssa Cornelia Klein, meteorologa presso l’UKCEH – Ma, come dimostra una crescente quantità di prove, dovremmo anche considerare cosa sta accadendo sulla superficie terrestre per migliorare le previsioni”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Per combattere le megatempeste, bisogna puntare sulle condizioni del suolo
(7 Aprile 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla