Roma – Esistono delle regioni nel cosmo in cui gli aloni stellari non riescono a produrre astri, e sono formati da materia oscura. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, condotto dagli scienziati dell’Università della California a San Diego. Il team, guidato da Ethan Nadler, ha analizzato i dati raccolti dal James Webb Space Telescope, considerando previsioni analitiche dalla teoria della formazione delle galassie e simulazioni cosmologiche. Attualmente, spiegano gli esperti, si pensa che ogni galassia si formi al centro di un alone di materia oscura, una regione di materia legata gravitazionalmente che si estende ben oltre i confini visibili di una galassia. In tale prospettiva, le stelle si formerebbero quando la gravità all’interno degli aloni è in grado di attirare il gas. Gli autori hanno calcolato la massa soglia, al di sotto della quale non è possibile formare stelle, né pianeti, né altri elementi cosmici. “Storicamente – afferma Nadler – la nostra comprensione della materia oscura è stata collegata al suo comportamento nelle galassie. La rilevazione di aloni completamente oscuri aprirebbe una nuova finestra per studiare l’Universo”. La ricerca mostra che la formazione stellare può avvenire in aloni fino a 10 milioni di masse solari attraverso il raffreddamento dell’idrogeno molecolare. Finora, invece, si pensava che questa soglia per la formazione stellare fosse compresa tra 100 milioni e 1 miliardo di masse solari a causa del raffreddamento del gas idrogeno. “Con l’Osservatorio Rubin – concludono gli scienziati – che entrerà in funzione più avanti quest’anno e le osservazioni del James Webb Space Telescope, che sta già effettuando osservazioni senza precedenti del nostro Universo, presto ci saranno nuovi dati per testare queste previsioni e rivelare se esistono aloni completamente oscuri. Le nuove conoscenze potrebbero avere conseguenze di vasta portata per la cosmologia e la natura della materia oscura”.(30Science.com)