Valentina Di Paola

Le placche scorrono nell’ex Mar d’Aral

(7 Aprile 2025)

Roma – L’essiccazione del Mar d’Aral indotta dall’irrigazione ha causato il sollevamento e lo scorrimento della roccia in profondità nel mantello sotto la regione. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, condotto dagli scienziati della Peking University. Il team, guidato da Teng Wang, ha analizzato le misurazioni radar satellitari della deformazione del terreno nel bacino del Mar d’Aral tra il 2016 e il 2020. I ricercatori hanno scoperto che l’ex letto del lago stava ancora salendo a una velocità media di circa 7 millimetri all’anno e che il sollevamento è stato osservato su un’ampia area fino a 500 chilometri oltre il centro originale del lago. La scoperta, commentano gli autori, evidenzia che l’attività umana può influenzare i processi sotto la crosta terrestre per decenni. Il Mar d’Aral in Asia centrale, spiegano gli esperti, era il quarto lago salato più grande al mondo per superficie fino alla fine degli anni ’50, quando i fiumi che lo alimentavano iniziarono a essere sfruttati eccessivamente per l’irrigazione. Di conseguenza, tra il 1960 e il 2018, la superficie del lago si è ridotta di circa il 90 per cento, mentre il suo volume è calato del 93 per cento, lasciando un grande deserto ricco di sale. Il peso dell’acqua prima dell’evento era sufficiente a causare l’affondamento della crosta terrestre sottostante. Nell’ambito dell’indagine, gli autori hanno utilizzato simulazioni per dimostrare che le caratteristiche di questo sollevamento osservato sono meglio spiegate dalla roccia nel mantello superiore a una profondità di circa 150 chilometri che si comporta come un fluido estremamente viscoso. La roccia era stata precedentemente spostata dal peso dell’acqua del lago. Gli esperti stimano che la roccia stia ora scorrendo di nuovo verso la posizione che occupava prima che il lago esistesse, con una velocità paragonabile a quella associata al movimento delle placche tettoniche. Queste scoperte, commentano gli autori, confermano che l’attività umana può influenzare il mantello superiore e causare cambiamenti sulla superficie della Terra per diversi decenni. “La disidratazione del Mar d’Aral – conclude in un News & Views di accompagnamento Simon Lamb, della Victoria University of Wellington – è stato un disastro ambientale, ma può essere utilizzato per sondare l’interno del pianeta, fornendo informazioni preziose sulla natura delle placche tettoniche”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).