Gianmarco Pondrano d'Altavilla

La geoingegneria non salverà il pianeta senza il sostengo dal basso dei cittadini

(7 Aprile 2025)

Roma – La geoingegneria che mira a far fronte al cambiamento climatico con progetti che modificano sistemi fondamentali del funzionamento dell’ecosistema planetario, rischia di rimanere solo un insieme di ipotesi senza costrutto, se il grande pubblico non verrà coinvolto e considerato nella loro messa in opera. È quanto emerge da un nuovo articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Science. Le due principali linee di intervento al momento per i progetti di geoingegneria mirano da un lato a iniettare nella atmosfera sostanze che permettano di respingere nello spazio una maggior parte della radiazione solare prima che arrivi sulla Terra; dall’altro si punta a rimuovere il carbonio dalla stessa atmosfera ad esempio modificando in profondità la capacità dei mari di assorbire questo elemento. Fino ad ora il non aver adeguatamente coinvolto il grande pubblico nelle iniziative di geoingegneria ha già avuto conseguenze fatali per alcuni progetti. Nel 2021, il progetto Stratospheric Controlled Perturbation Experiment (SCoPEx) sostenuto dall’Università di Harvard stava pianificando di lanciare un pallone in Svezia per studiare l’iniezione di aerosol stratosferico, la teoria secondo cui il rilascio di minuscole particelle di carbonato di calcio o anidride solforosa nella stratosfera rifletterà abbastanza luce solare da raffreddare temporaneamente il pianeta. Il volo in pallone avrebbe semplicemente testato se l’attrezzatura di SCoPEx funzionasse come previsto, non avrebbe rilasciato particelle. In vista del volo di prova, il comitato consultivo di SCoPEx ha dibattuto sulla necessità di coinvolgimento del pubblico. Alcuni membri hanno sostenuto che il volo di prova avrebbe apportato poche differenze alla ricerca atmosferica normalmente svolta senza consultazione pubblica, mentre altri hanno sostenuto la causa della trasparenza e del dialogo. Alla fine, il comitato ha stabilito che la sensibilizzazione del pubblico non era necessaria. Ma dopo le obiezioni del Saami Council, un gruppo indigeno locale, nonché di attivisti locali e internazionali, il volo è stato interrotto. Il comitato consultivo non è riuscito a concordare un piano e i responsabili del progetto hanno infine deciso di staccare la spina nel 2024. Un risultato negativo confermato anche dalla ricerca scientifica. In uno studio condotto da Livia Fritz, una scienziata sociale presso l’Università di Aarhus, centinaia di persone in 22 paesi del Nord e del Sud del mondo hanno parlato in focus group di come ritenevano che i progetti di geoingegneria dovessero essere discussi. La maggior parte ha espresso disillusione nei confronti dell’impegno, non perché non volessero essere consultati, ma perché avevano sperimentato in passato consultazioni in malafede che cercavano di convincere piuttosto che di ascoltare. Alcuni partecipanti non credevano che il pubblico dovesse essere coinvolto nel processo decisionale, citando preoccupazioni circa il fatto che le persone venissero manipolate dalla disinformazione, per poi prendere decisioni consequenziali. La Fritz afferma che i risultati indicano la necessità di una consultazione aperta sull’ingegneria climatica che non si limiti a rilasciare o negare il permesso per progetti particolari, ma che consenta alle persone di considerare e discutere le tecnologie in modo più ampio. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla