Valentina Di Paola

Scoperto il più grande getto radio dell’Universo primordiale

(7 Febbraio 2025)

Roma –  È stato rilevato il più grande getto radio mai visto nell’Universo primordiale. A identificarlo gli scienziati della Durham University, che hanno pubblicato un articolo su The Astrophysical Journal Letters per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Anniek Gloudemans, ha utilizzato i dati raccolti dal telescopio internazionale Low Frequency Array (LOFAR), una rete di radiotelescopi in tutta Europa. Dagli ultimi decenni, spiegano gli esperti, è noto che la maggior parte delle galassie ospita nel proprio centro un buco nero. Gas e polveri risucchiati all’interno dei buchi neri liberano enormi quantità di energia, a causa dell’attrito, formando nuclei galattici luminosi, chiamati quasar che espellono getti di materia energetica. Tali fenomeni possono essere rilevati con i radiotelescopi anche a distanze notevoli. Sebbene questi getti non siano rari, finora sono stati associati principalmente a galassie vicine. Grazie a una combinazione di telescopi, gli astronomi hanno ora scoperto un lontano getto radio a due lobi che si estende per ben 200 mila anni luce, almeno il doppio della larghezza della Via Lattea. Il fenomeno, il più grande mai rilevato, è stato identificato grazie al Gemini Near-Infrared Spectrograph (GNIRS), uno strumento montato sul telescopio Gemini North. Determinare le proprietà del quasar, come massa e velocità con cui consuma la materia, è fondamentale per comprendere le sue origini e la sua formazione. Per misurare questi parametri, il gruppo di ricerca ha cercato una specifica lunghezza d’onda della luce emessa dai quasar, la linea di emissione larga MgII.

 

A causa dell’espansione dell’Universo, questa luce viene distorta in lunghezze d’onda maggiori, e il segnale arriva sulla Terra nell’intervallo di lunghezza d’onda del vicino infrarosso, dove è rilevabile con GNIRS. Il quasar, denominato J1601+3102, si è formato quando l’Universo aveva meno di 1,2 miliardi di anni, appena il nove per cento della sua età attuale, e ha una massa 450 milioni di volte maggiore rispetto a quella del Sole. “Il quasar che alimenta questo enorme getto radio – afferma Gloudemans – non ha una massa di buco nero estrema rispetto ad altri quasar. Ciò potrebbe indicare che la potenza del getto non è direttamente proporzionale alla massa dei buchi neri nell’Universo primordiale. Questo oggetto ci mostra cosa possiamo scoprire combinando la potenza di più telescopi che operano a diverse lunghezze d’onda”. Gli scienziati hanno ancora una moltitudine di domande su come i quasar radio-luminosi come J1601+3102 differiscano dagli altri oggetti simili. “Non sappiamo ancora – conclude Frits Sweijen, altra firma dell’articolo – quali siano le circostanze necessarie a creare getti radio così potenti, né quando si siano formati i primi getti radio nell’Universo. Questo lavoro ci porta un po’ più vicini a ottenere risposte”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).