Roma – Il rischio di interazioni pericolose tra esseri umani e orsi bruni potrebbe essere ridotto grazie all’utilizzo di droni. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Conservation Science, condotto dagli scienziati del Montana Department of Fish, Wildlife and Parks. Il team, guidato da Wesley M Sarmento, ha valutato la possibilità di tenere gli orsi lontani dalle zone abitate attraverso l’uso di droni. Nell’emisfero settentrionale, spiegano gli esperti, gli orsi bruni, noti anche come orsi grizzly, vagano per gran parte del territorio, dalle montagne della Spagna fino alle praterie statunitensi. Con un peso che può raggiungere i 750 kg, questi animali sono formidabili predatori, con artigli di 15 centimetri e una forza del morso impressionante.
La loro alimentazione è prevalentemente a base vegetale, ma sono onnivori, per cui spesso si avvicinano ai territori abitati in cerca di cibo. “Ho provato ad addestrare i cani – spiega Sarmento – ma lo sforzo ha avuto effetti molto scarsi. Abbiamo quindi provato un approccio più tecnologico. Grazie a droni altamente manovrabili, siamo stati in grado di disperdere gli orsi con precisione. Anche di notte, era possibile tenere gli orsi lontano dalla città, comodamente da una scrivania, senza rischiare di instaurare interazioni potenzialmente pericolose per entrambe le parti”. “Gli esemplari più anziani – conclude – necessitavano di meno indicazioni e gli episodi di avvicinamento si verificavano in modo sempre meno frequente, a dimostrazione del fatto che il condizionamento avversivo aveva effetti a lungo termine. Gli orsi possono imparare in modo semplice, non aggressivo e sicuro, a non avvicinarsi alle persone. L’uso dei droni rappresenta un vantaggio per tutti”. (30Science.com)