Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ventre (Federico II) sull’IA l’Europa deve accelerare per non perdere la partita con Trump

(22 Gennaio 2025)

Roma – “L’Europa deve cambiare paradigma sulla progettazione delle nuove tecnologie e sulla gestione del dimensionamento delle imprese high tech, o rischia di restare indietro non solo nei confronti degli USA di Trump ma anche della Cina”. Così Giorgio Ventre, ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha commentato le notizie da poco arrivate dagli States circa da un lato una retromarcia del neo-nominato presidente Trump per quel che riguarda le norme volute dall’amministrazione Biden per la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) e dall’altro la nascita di un nuovo colosso proprio delle infrastrutture IA con finanziamenti plurimiliardiari. Nello specifico Trump ha annullato la politica del suo predecessore per quel che riguarda i requisiti di sicurezza e trasparenza per gli sviluppatori di IA. E nello stesso tempo il tycoon ha annunciato una joint venture guidata da SoftBank Group Corp, OpenAI e Oracle Corp, che svilupperà miliardi di dollari di infrastrutture IA. La joint venture, battezzata Stargate impiegherà 100 miliardi di dollari immediatamente, con l’obiettivo di aumentare il proprio impegno fino ad almeno 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per progetti IA, inclusi data center e campus fisici. Secondo OpenAI, anche Microsoft, Nvidia e Arm dovrebbero unirsi all’iniziativa. Tra i partner tecnologici iniziali figurerà inoltre anche Microsoft. “Quello che stupisce – continua Ventre – a fronte di questi annunci negli USA, è lo sfasamento tra il potenziale della ricerca europea in questi settori, anche a livello universitario, e le applicazioni industriali. Queste ultime soffrono nel continente di almeno due problemi essenziali: da un lato quello che potremmo definire il paradosso della auto smart e dall’altro il sottodimensionamento. Per quel che riguarda il primo, mentre in Europa continuiamo a pensare – ad esempio – alle auto del futuro come evoluzioni delle attuali cui vengono solo aggiunti componenti di tecnologia, al di là dell’Atlantico e in Cina, pensano a un domani fatto da computer attorno ai quali è poi stata sviluppata un’auto, con una centralità assoluta del momento di innovazione. Per quel che riguarda il sottodimensionamento, è evidente che la frammentazione industriale della quale l’Europa soffre e che le istituzioni europee purtroppo incoraggiano, ci impedisce di sviluppare quei colossi dell’high tech che potrebbero reggere la partita con le controparti americane e cinesi”. Neanche d’aiuto certa parte della nostra legislazione “che – prosegue Ventre – se applicata in maniera fine a sé stessa può rappresentare un serio ostacolo allo sviluppo. D’altro canto non dobbiamo nemmeno pensare che la soluzione sia la deregulation più totale. Proprio le regole di qualità europee hanno portato i nostri pochi attori industriali di caratura continentale come Airbus a fare aerei che non presentano una sequela di inquietanti incidenti come quelli di Boeing. Il punto sta nel procedere con la dovuta prudenza e con i dovuti incentivi e soprattutto superando le divisioni nazionali che ancora affliggono il nostro mercato unico”. Una via europea quindi alla digitalizzazione e all’IA che non rinunci a quei profili di valore cari all’Europa come la tutela della privacy: “Abbiamo da considerare che quello che abbiamo visto con la nascita di Stargate è sicuramente un segnale importante, ma non cambia la forte rivalità tra i grandi attori delle nuove tecnologie e la divisione anche tra i diversi settori di operatività, come dimostra l’assenza di alcuni protagonisti di questo mondo nel progetto. In queste rivalità e in queste divisioni c’è ancora lo spazio per gli attori europei per crescere e imporsi sempre di più sul mercato, forti proprio di quella ricerca che è alla pari se non superiore a quella USA. Ma il tempo è poco e la fase delle attese e dei tentennamenti per l’Europa è finita”.(30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla