Roma – I suoni delle onde di coro, o chorus, un tipo di emissioni elettromagnetiche naturali che suonano come cinguettii, potrebbero essere più comuni di quanto ipotizzato finora. Questo curioso fenomeno è stato analizzato dagli scienziati della Beihang University, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Chengming Liu e Jinbin Cao, ha segnalato la prima osservazione nota di onde di coro di tono crescente a circa 165 mila chilometri di distanza dalla Terra, in una regione in cui il campo magnetico terrestre è distorto e l’effetto dipolare magnetico è assente. Precedentemente, onde di coro simili sono state individuate in regioni più vicine al nostro pianeta, ma questa misurazione suggerisce che il fenomeno potrebbe essere molto più diffusa nello spazio rispetto a quanto si pensasse in precedenza. Questi eventi, che possono influire sulla sicurezza di satelliti e astronauti, non sono udibili direttamente dall’orecchio umano, poiché si trovano nello spettro delle radiofrequenze. Per convertire i dati, i ricercatori raccolgono le informazioni dell’inda, e le scalano in un intervallo udibile, attraverso un processo chiamato “trasposizione di frequenza”. In tal modo le caratteristiche dell’onda inziale restano invariate, ma la sua frequenza viene adattata per essere udibile.
Le onde chorus, spiegano ancora gli esperti, sono raffiche di radiazioni elettromagnetiche che durano solo pochi decimi di secondo e, una volta convertite in segnali audio, ricordano il cinguettio degli uccelli, da cui il nome “chorus”, o di coro. Utilizzando i dati della missione Magnetospheric Multiscale (MMS) della NASA, è stato possibile osservare direttamente il trasferimento di energia tra particelle cariche e campi elettromagnetici all’interno di queste onde. Tali manifestazioni, continuano gli studiosi, svolgono un ruolo chiave nella formazione della cintura di radiazione terrestre, nelle aurore e nella deposizione di energia delle particelle nell’atmosfera. Era stato precedentemente ipotizzato che le onde di coro si formassero nei campi dipolari magnetici planetari, in cui il campo magnetico si comporta come una grande calamita a barra. Le nuove osservazioni, però, rivelano nuovi aspetti legati alle loro origini. In particolare, gli autori hanno scoperto che le onde chorus estraggono energia dagli elettroni termici locali, favorendo la crescita delle onde sonore attraverso interazioni non lineari. Le onde analizzate dal gruppo di ricerca hanno durate prossime a 0,1 secondi e velocità di cinguettio di circa 100 hertz al secondo. Questi dati forniscono prove dirette delle dinamiche di interazione onda-particella nel plasma, migliorando la comprensione dei meccanismi energetici nello spazio. “Queste osservazioni – scrivono gli scienziati – forniscono prove dirette del trasferimento di energia nelle onde chorus e aprono nuove strade per studiare le interazioni onda-particella nei plasmi spaziali. Sarà necessario condurre ulteriori approfondimenti per comprendere meglio le interazioni tra onde chorus e elettroni di energia maggiore. I risultati potrebbero inoltre avere implicazioni per la comprensione delle dinamiche dei plasmi astrofisici, come quelli presenti nei raggi aurorali o nelle regioni magnetiche di altri pianeti”.(30Science.com)