Roma – I sette esemplari di Australopithecus scoperti nel sito fossile di Sterkfontein in Sudafrica si nutrivano principalmente a base vegetale, e non mangiavano grandi quantità di carne. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute for Chemistry e dell’Università del Witwatersrand. Il team, guidato da Tina Lüdecke, ha analizzato gli isotopi di azoto organico e carbonio estratti dallo smalto dei denti di 43 fossili, tra cui australopitechi sepolti in Sudafrica circa 3,7 milioni di anni fa e mammiferi africani moderni. Era stato ipotizzato che l’incorporazione di cibi di origine animale nelle prime diete abbia portato a un aumento delle dimensioni del cervello, opposto a una riduzione della struttura dell’intestino e una statura più imponente, elementi chiave nel percorso evolutivo umano. Nel corso degli anni, i ricercatori hanno individuato delle prove associate al consumo di carne da parte degli australopitechi, come ossa tagliate o raschiate e utensili di pietra. Tuttavia, finora non erano disponibili evidenze dirette dell’alimentazione di questa specie primitiva. Nell’ambito dell’indagine, gli scienziati hanno esaminato i dati per erbivori e carnivori noti, confrontando i risultati con le informazioni raccolte per gli ominidi. È emersa una netta separazione negli isotopi dello smalto in base all’alimentazione, e i pattern degli australopitechi era simile a quello del gruppo degli animali erbivori. Sulla base di questo lavoro, gli autori ipotizzano che gli ominidi si nutrissero di cibi ricchi di energia, ma con bassi rapporti di isotopi di azoto, come legumi e termiti. È improbabile, però, concludono gli scienziati, che questa specie si nutrisse di carne in quantità tali da determinare i cambiamenti associati all’evoluzione umana.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Gli australopitechi in Sudafrica mangiavano poca carne
(16 Gennaio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).