Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Le bustine di tè rilasciano milioni di microplastiche

(20 Dicembre 2024)

Roma – Diversi tipi di bustine da tè disponibili in commercio quando vengono usate rilasciano milioni di particelle microplastiche. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB) e pubblicato su Chemosphere. Le bustine di tè utilizzate per la ricerca erano realizzate con polimeri nylon-6, polipropilene e cellulosa. Lo studio mostra che, durante la preparazione del tè, il polipropilene rilascia circa 1,2 miliardi di particelle per millilitro, con una dimensione media di 136,7 nanometri; la cellulosa rilascia circa 135 milioni di particelle per millilitro, con una dimensione media di 244 nanometri; mentre il nylon-6 rilascia 8,18 milioni di particelle per millilitro, con una dimensione media di 138,4 nanometri. Per caratterizzare i diversi tipi di particelle presenti nell’infusione, sono state utilizzate una serie di tecniche analitiche avanzate come la microscopia elettronica a scansione (SEM), la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), la spettroscopia infrarossa (ATR-FTIR), la diffusione dinamica della luce (DLS), la velocimetria laser Doppler (LDV) e l’analisi del tracciamento delle nanoparticelle (NTA). Le particelle sono state colorate ed esposte per la prima volta a diversi tipi di cellule intestinali umane per valutare la loro interazione e la possibile internalizzazione cellulare. Gli esperimenti di interazione biologica hanno mostrato che le cellule intestinali produttrici di muco avevano il più alto assorbimento di micro e nanoplastiche, con le particelle che entravano persino nel nucleo cellulare che ospita il materiale genetico. Il risultato suggerisce un ruolo chiave per il muco intestinale nell’assorbimento di queste particelle inquinanti e sottolinea la necessità di ulteriori ricerche sugli effetti che l’esposizione cronica può avere sulla salute umana. La ricercatrice dell’UAB Alba Garcia ha affermato: “Siamo riusciti a caratterizzare in modo innovativo questi inquinanti con una serie di tecniche all’avanguardia, che rappresentano uno strumento molto importante per far progredire la ricerca sui loro possibili impatti sulla salute umana”.(30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla