Roma – La fascia di pioggia tropicale della Terra, responsabile dei monsoni che sostengono miliardi di persone e di ecosistemi vivaci, è da tempo una caratteristica affidabile del clima del pianeta. Ma una nuova ricerca rivela che questo sistema vitale non è sempre stato così affidabile. Uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters mostra che durante l’Eocene inferiore, il periodo più caldo degli ultimi 65 milioni di anni, i cambiamenti stagionali della fascia di pioggia si sono indeboliti drasticamente. Questi antichi cambiamenti potrebbero offrire avvertimenti critici sull’impatto del moderno riscaldamento globale.
L’Eocene inferiore fu un periodo di intensa attività vulcanica, che rilasciò enormi quantità di gas serra nell’atmosfera. I livelli di anidride carbonica salirono a oltre 1600 ppmv, circa sei volte i livelli preindustriali, causando un aumento delle temperature globali di 9-23 °C.
I ricercatori dell’Institute of Atmospheric Physics presso l’Accademia cinese delle scienze hanno utilizzato simulazioni climatiche e ricostruzioni di antiche condizioni climatiche per scoprire uno schema sorprendente: il riscaldamento estremo ha espanso le zone subtropicali secche e ridotto le regioni tropicali umide. Al centro di questa interruzione c’era un ridotto movimento stagionale della zona di convergenza intertropicale (ITCZ), una fascia di nubi e forti piogge che si sposta verso nord e verso sud insieme alle stagioni.
Il movimento stagionale dell’ITCZ è controllato dal tiro alla fune tra la radiazione solare e il flusso di calore latente, ovvero l’energia trasportata nell’atmosfera quando l’acqua evapora dalle superfici oceaniche. Nei climi moderni, gli oceani più freddi moderano la sensibilità dell’evaporazione al vento, consentendo all’ITCZ di spostarsi ampiamente nell’emisfero estivo quando cambia la posizione del sole.
“All’inizio dell’Eocene, gli oceani molto più caldi rendevano l’evaporazione molto più sensibile alla velocità del vento”, ha affermato il dott. REN Zikun, autore principale dello studio. “Questa maggiore sensibilità ha amplificato le differenze causate dal vento nell’evaporazione superficiale tra gli emisferi, interrompendo l’equilibrio con il riscaldamento solare. Il risultato è stato una ridotta portata stagionale dell’ITCZ e una contrazione delle zone umide tropicali”.
Se le attuali emissioni di gas serra continuano senza controllo, i livelli di anidride carbonica potrebbero salire ai livelli visti durante l’Eocene inferiore. Il Prof. ZHOU Tianjun, autore corrispondente, ha evidenziato le implicazioni più ampie dello studio: “La storia profonda della Terra fornisce prove critiche di come i gas serra rimodellano il clima globale. Mentre i cambiamenti dell’Eocene si sono verificati nel corso di millenni, cambiamenti simili potrebbero verificarsi a un ritmo senza precedenti a causa delle attività umane. Ciò funge da duro avvertimento sull’urgente necessità di sforzi di mitigazione”.(30Science.com)