Gianmarco Pondrano d'Altavilla

In dieci anni non avremo più abbastanza energia per elaborare dati

(15 Novembre 2024)

Roma – Entro il prossimo decennio la fornitura globale di energia elettrica non sarà in grado di soddisfare la crescente domanda energetica relativa all’elaborazione di dati digitali. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Loughborough University e pubblicato su Energy Policy. Nella ricerca, gli autori presentano modelli econometrici che mostrano l’attuale traiettoria del mondo verso quello che viene definito “il giorno del giudizio dei dati”. Stante alla loro analisi se il consumo di dati continua ininterrotto, la domanda di energia elettrica potrebbe superare la produzione globale di energia elettrica entro il 2033. I dati digitali sono generati dagli esseri umani in ogni angolo del mondo e la creazione e il consumo di dati digitali stanno crescendo rapidamente. I soli data center consumano più energia dell’intero Regno Unito e si stima che contengano per il 65 per cento dark data, ovvero risorse di conoscenza digitale che vengono utilizzate una volta e poi dimenticate. Parlando delle loro ultime scoperte, il primo autore dello studio Vitor Castro ha dichiarato: “La nostra ricerca sottolinea la necessità di un approccio alla sostenibilità incentrato sui dati in tutte le catene di fornitura, settori, industrie e nazioni. Tali misure sono fondamentali per aumentare l’efficienza, ridurre il consumo di energia e passare a un ecosistema digitale decarbonizzato, supportando così la ricerca globale di un futuro sostenibile e a zero emissioni nette. Questa non è solo una sfida tecnica; è un imperativo sociale. Dobbiamo passare dalla crescita guidata dai consumi a pratiche sostenibili che allineino i progressi digitali con i limiti ecologici”. Le previsioni del team servono come un appello ai decisori politici, ai leader del settore e all’ecosistema digitale più ampio per agire immediatamente, promuovendo politiche che promuovano l’efficienza energetica, la riduzione dello spreco di dati e un passaggio a un’infrastruttura digitale più ecologica.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla