Valentina Di Paola

Le fabbriche innescano nevicate locali congelando le nuvole

(14 Novembre 2024)

Roma – Gli aerosol antropogenici, minuscole particelle solide e liquide di inquinamento atmosferico, possono influenzare le nubi convertendo le goccioline in ghiaccio a temperature inferiori a zero gradi Celsius. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Tartu. Il team, guidato da Velle Toll, ha utilizzato un set di dati ottenuto dal monitoraggio satellitare. I climatologi sanno da decenni che gli aerosol antropogenici perturbano le nubi liquide consentendo la formazione di un numero maggiore di goccioline e rendendo le nuvole più luminose. Nell’ambito dell’indagine, gli esperti hanno scoperto pennacchi unici di nubi di ghiaccio e una ridotta copertura nuvolosa sottovento rispetto alle zone caratterizzata dalla presenza massiva di edifici industriali in Nord America, Europa e Asia.

 

I dati delle precipitazioni raccolti da terra hanno inoltre rivelato pennacchi di nevicate nelle stesse regioni in cui è stata osservata una ridotta copertura nuvolosa delle immagini satellitari. Combinando osservazioni satellitari e radar a terra, i ricercatori hanno tracciato i processi fisici dalla formazione del ghiaccio alla nevicata fino alla ridotta copertura nuvolosa sottovento rispetto alle aree industriali. “Le goccioline di nubi – spiega Toll – possono rimanere liquide fino a temperature di circa -40 gradi Celsius, grazie a un processo di sottoraffreddamento dell’acqua. Questo fenomeno è possibile perché sono necessarie particelle di aerosol specifiche per convertire le goccioline in nubi di ghiaccio”. Il lavoro, commentano gli esperti, suggerisce che industrie come fabbriche metallurgiche e cementifere, centrali elettriche a carbone e raffinerie di petrolio emettono particelle di aerosol che causano il congelamento delle nubi liquide sottoraffreddate, portando a nevicate. Tuttavia, è importante notare che anche il calore e il vapore acqueo emessi dalle industrie possono svolgere un ruolo nel congelamento delle nubi liquide sottoraffreddate. “I pennacchi osservati – conclude – rappresentano fenomeni locali, e non è ancora chiaro se gli aerosol antropogenici inducano la formazione di ghiaccio nelle nuvole su scale spaziali più grandi. Sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere la capacità di vari tipi di aerosol antropogenici di avviare la formazione di ghiaccio”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).